NAPOLI – “Dobbiamo immediatamente programmare la fase-2. Il mondo produttivo napoletano e quello campano non possono più attendere. La leva finanziaria, attivata dai provvedimenti del Governo centrale e da quello regionale, finora non si è vista nella misura in cui sarebbe necessaria. I 2mila euro destinati alle imprese sono irrisori, anche se fossero a fondo perduto. Meglio sarebbe stato utilizzare queste risorse come garanzia dello Stato per finanziamenti a lungo termine. La nostra proposta è di rendere proporzionali gli aiuti di Stato, in un arco temporale di 10-15 anni, al fatturato con una quota a fondo perduto”.
A dirlo è Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli.
“Inoltre dobbiamo imprimere velocità e semplicità alle procedure: finora tra Regioni e Stato siamo arrivati a ben 232 provvedimenti che rischiano di creare lungaggini e confusione – continua Marrone –. Stiamo parlando di misure che ci consentiranno di riavviare la produzione, di pagare gli stipendi e i fornitori: in ultima istanza di non licenziare”.
“Abbiamo richiesto un tavolo, aperto alle parti sociali, alla Prefettura di Napoli per replicare anche nel mondo socio-economico il modello vincente di quello sanitario. Ma dobbiamo far ripartire l’economia, a cominciare da quella di quartiere. Con una chiara distinzione di classe merceologica e rispettando i massimi requisiti di sicurezza per packaging e trasporto, diamo la possibilità di riprendere la produzione e di commercializzare i prodotti. Le aziende associate Confapi – prosegue il leader delle Pmi napoletane – si sono già dette disponibili a sostenere i costi dei tamponi e dei test per i propri dipendenti. Siamo pronti, attendiamo il via libera del Governo”.
“Solo con un sinergia, a più livelli, possiamo pensare di poter recuperare quello che stiamo perdendo e quello che abbiamo già perso in termini di sviluppo e di occupazione – conclude Marrone –. Ci vorranno anni prima di riuscire a colmare questo deficit, ma più tardi partiamo più a lungo dovremo attendere la ripresa”.