Spesso non ci accorgiamo che le problematiche connesse al progresso tecnologico sono radicate nella nostra vita quotidiana poiché siamo oppressi da altri aspetti come lavorare, seguire i figli, assistere i nostri anziani. Ma il futuro dell’umanità viene deciso anche in nostra assenza e ne subiremo le conseguenze se non faremo molta attenzione.
Durante il XX secolo abbiamo avuto tre modelli politici cui far riferimento: fascista, comunista e liberale. Alla fine degli anni ‘40 abbiamo, però, assistito al tramonto del fascismo ed il mondo intero si è trovato ad avere solo il liberalismo e il comunismo. Andato in frantumi quest’ultimo è rimasto solo il liberismo, con il quale si celebra il valore e la forza della libertà; si sostiene che, per moltissimi anni, il genere umano abbia vissuto sotto regimi oppressivi, lasciando a quest’ultimo pochi diritti politici, limitate libertà personali e sociali, scarse opportunità economiche. Passo dopo passo questo principio si è radicato nei popoli e questi hanno imparato a pensare in modo autonomo e a seguire i loro istinti ed il loro cuore. I Paesi che hanno scelto il modello liberista sono stati premiati con pace e prosperità, almeno in apparenza. Ma nel mondo non tutto va come dovrebbe e restano numerosi gli ostacoli da superare. Basti pensare che ci sono ancora oggi molte nazioni che vivono sotto un regime dittatoriale, e per molti il liberismo è stato scambiato per un più comodo libertinaggio.
Non più tardi di alcuni anni fa, i governi democratici-liberali, erano impegnati a liberalizzare e democratizzare nazioni anche del Medioriente, in alcuni casi, sono ricorsi all’utilizzo di forze armate. Molta gente, però, è arrivata a concepire che la visione liberale, per i popoli di queste nazioni, era impossibile ed in alcuni casi indesiderabile.
Riepilogando: negli anni ’30-‘40 potevamo scegliere fra tre modelli organizzativi; nel decennio tra il 1960 e il 1970 le opzioni si erano ridotte a due; tra gli anni ’80 e ‘90 sembrava prevalere un’unica scelta possibile; nel 2018 non ne era rimasta alcuna.
Le elite liberali, che hanno dominato gran parte del pianeta fino ad oggi, si trovano ora disorientate e quasi scioccate.
Naturalmente, privi di un punto di riferimento socio–politico, s’ingenera la paura. Il disorientamento si è acuito dalla velocità con cui le tecnologie, hardware e software, stanno stravolgendo il mondo a noi conosciuto.
Il sistema liberale, con il quale abbiamo vissuto e viviamo tutt’oggi, è stato modellato per un sistema industriale fatto di motori, raffinerie, studi televisivi e via dicendo. Con la trasformazione di tale sistema, dovuta all’Information Technology, nasce la necessità assoluta di regolamentare proprio il mondo dell’IT; ma sia la politica che i popoli stentano a comprendere quale trasformazione sia in atto, figuriamoci poi a regolamentarla.
Negli anni ‘90 esplode Internet, invenzione che ha contribuito a cambiare il mondo, e mentre i governi e tutta la politica stanno ancora cercando di capire come inquadrare questo stravolgimento, la rivoluzione informatica prosegue inesorabile con l’avvento dell’intelligenza artificiale, l’ulteriore rivoluzione delle blockchain e la biotecnologia.
La mia preoccupazione è che, nei prossimi anni (tra 10-15 al massimo), le tecnologie informatiche e biologiche daranno il potere all’uomo di manipolare le nostre coscienze, rimodellando la nostra persona e questo potrebbe sconvolgere la realtà. Gli sviluppi di queste tecnologie sono in mano ad ingegneri, imprenditori e scienziati che hanno scarsa consapevolezza delle implicazioni socio-politiche delle loro decisioni.
A questo punto, potremmo parlare delle infinite possibilità di applicazioni che possono cambiare la nostra vita quotidiana e, come spesso accade, le nuove scoperte potrebbero produrre grandi benefici ai popoli che ne facessero un uso appropriato; tutto ciò è una conseguenza delle tre grandi rivoluzioni industriali, protagoniste delle ultime evoluzioni tecnologiche.
Riuscirà la politica di tutto il mondo a trovare una sintesi e a prendere coscienza che è assolutamente necessario regolamentare quando sta accadendo? Riusciranno a non farsi travolgere da un uso indiscriminato della nuova morale dei social? A mio giudizio no. Credo che le domande giuste non si siano ancora poste. Lo dimostra in questi giorni il disorientamento nel prendere decisioni per affrontare l’emergenza Covid – 19.
E’ proprio per questo che dobbiamo essere presenti, lucidi, attenti e soprattutto sensibilizzare i nostri figli, i nostri giovani, su tali argomenti, facendoli riflettere che il 2050 è dietro l’angolo e che ogni esitazione nell’affrontare queste tematiche potrebbe essere loro fatale.
Guido Cristofaro