LONDRA – Una nuova ricerca della City University of London ha rivelato che i tweet provenienti dall’account ufficiale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (@realDonaldTrump) riguardanti il Messico hanno avuto un’influenza diretta sulla volatilità valutaria.
L’articolo della Dott.ssa Allyson Benton, docente di Politica Economica Internazionale alla City University of London e co-redatto da Andrew Q Philips, assistente di Scienze Politiche all’University of Colorado, Boulder, è stato pubblicato sull’American Journal of Political Science (AJPS).
La ricerca ha preso in esame l’attività del Presidente Trump su Twitter tra il primo gennaio 2015 e il 2 febbraio 2018. Ovvero prima della sua campagna per diventare Presidente, durante la campagna elettorale e nel corso del primo anno del suo mandato. In soli tre anni, Trump ha twittato circa 14.500 volte, con 438 di quei tweet che si riferiscono al Messico e che sono stati postati in 239 giorni differenti.
In questo stesso periodo, il tasso di cambio dollaro/peso messicano (USD/MXN) ha subito una significativa volatilità, con il picco più notevole subito dopo le elezioni presidenziali del novembre 2016, con un improvviso calo del 13% del valore della valuta messicana rispetto a quella americana, anche se la sua caduta si è rapidamente attenuata fino a una perdita del 9%.
La Dott.ssa Benton ha osservato che negli anni presi in esame (2015-2018) il mercato valutario messicano è stato caratterizzato da una notevole volatilità, in gran parte causata dai tweet del Presidente Trump.
Ad esempio, poco prima di entrare in carica nel gennaio 2017, una serie di tweet di Trump che criticavano le case automobilistiche ha fatto cadere in picchiata il peso messicano. Il suo tweet del 3 gennaio 2017 “General Motors is sending Mexican made model of Chevy Cruze to U.S. car dealers-tax free across border. Make in U.S.A. or pay big border tax!” (“General Motors sta mandando un modello di Chevy Cruze di produzione messicana ai concessionari statunitensi – esente da tasse oltre confine. Producete negli Stati Uniti o pagate il dazio doganale!”) potrebbe aver provocato una svalutazione del 3,5% del peso messicano rispetto al dollaro statunitense.
La banca centrale messicana è intervenuta in risposta, ma un altro tweet appena due giorni dopo, il 5 gennaio 2017, “Toyota Motor said will build a new plant in Baja, Mexico, to build Corolla cars for U.S. NO WAY! Build plant in U.S. or pay big border tax” (“Toyota Motor ha annunciato la costruzione di un nuovo stabilimento a Baja, in Messico, per costruire auto Corolla per gli Stati Uniti. NEANCHE PER SOGNO! Costruitene uno negli Stati Uniti o pagate dazio”) ha fatto perdere al peso messicano un altro1,5% rispetto al dollaro.
Lo studio della Dott.ssa Benton evidenzia il motivo per cui i tweet di Trump siano tanto importanti per gli investitori. La ricercatrice sostiene infatti che si siano serviti dei tweet di Trump inizialmente per raccogliere informazioni sulla sua linea politica e successivamente per accertarsi della sua determinazione nel perseguire i suoi obiettivi politici. L’impatto del tono e l’utilizzo del linguaggio da parte del Presidente americano nei suoi tweet, così come il numero di condivisioni (retweet) e di Mi piace (like) accumulati per ogni tweet postato dal Presidente USA, hanno un effetto. Nel periodo preso in esame, ad esempio, i tweet del Presidente Trump relativi al Messico sono stati mediamente ritwittati 3.700 volte e hanno ottenuto 9.860 like. La volatilità del peso è aumentata mano a mano che si intensificavano i tweet sul Messico.
L’utilizzo di toni forti ha influenzato negativamente il tasso di cambio peso messicano-dollaro USA. L’aumento della volatilità del peso potrebbe essere attribuito a tweet “negativi” come quello del 24 febbraio 2015: “The Mexican Legal system is corrupt, as is much of Mexico. Pay me the money that is owed me now – and stop sending criminals over our border” (“Il sistema legale messicano è corrotto, come gran parte del Messico. Pagatemi i soldi che mi dovete ora – e smettetela di mandare i criminali al di là del nostro confine”).
Ma anche a quelli “positivi”, come il tweet postato il 6 giugno 2015, “Just made the point at #NCGOPcon that “we have to protect our border & I think everyone here knows, nobody can build a wall like Trump!” (“Hanno appena fatto notare a #NCGOPcon che “dobbiamo proteggere il nostro confine e credo che tutti qui sappiano che nessuno può costruire un muro meglio di Trump”), avrebbe sconvolto i mercati finanziari a causa delle implicazioni negative per l’economia messicana.
La Dott.ssa Benton ha dichiarato che: “I post sui social media permettono agli investitori non solo di determinare la probabile direzione politica presa dal governo ma anche di ottenere informazioni utili sul benchmark e sul livello di determinazione dei politici nell’attuare i loro obiettivi”.
“Sebbene si sia iniziato a esaminare come i contenuti postati sui social media da parte di importanti attori finanziari influenzino le dinamiche di mercato, gli studiosi non hanno ancora determinato in che modo i post degli attori politici possano essere importanti anche per gli investitori. La nostra ricerca mostra che è così”.