ROMA – Rendere disponibili a decisori politici, istituzioni e imprese analisi e valutazioni sugli impatti economici e sociali della transizione verso un’economia low carbon nelle aree caratterizzate da elevati livelli di emissioni climalteranti. Questo in estrema sintesi l’obiettivo del progetto ENTRANCES (ENergy TRANsitions from Coal and carbon: Effects on Societies), finanziato dalla Commissione europea nell’ambito di Horizon 2020, che vede la partecipazione di 14 partner di 12 Paesi Ue, tra cui ENEA e Conoscenza e Innovazione (K&I) per l’Italia e l’Università della Coruña (Spagna) nel ruolo di coordinatore. Il progetto si sviluppa nell’arco di un triennio e prevede che i dati raccolti ed analizzati per ciascun Paese vengano utilizzati per la stesura di linee guida per mitigare l’impatto della transizione energetica sulle singole comunità, individuando opportunità per la ripresa socioeconomica dei territori maggiormente high carbon. Per l’Italia i casi studio sono due: la trasformazione degli ex siti minerari nel Sulcis Iglesiente in Sardegna; gli effetti della dismissione di due grandi centrali a carbone in provincia di Brindisi.
“Il progetto è focalizzato sullo studio delle strategie di adattamento di un territorio, in quanto la transizione energetica non può essere intesa solo come cambiamento tecnologico o industriale, ma comporta ricadute sociali, economiche e psicologiche sulla vita delle comunità locali”, spiega Elena De Luca, ricercatrice del Dipartimento Tecnologie Energetiche dell’ENEA. “Il processo di decarbonizzazione rischia di imboccare strade senza uscita quando non tiene conto delle specificità dei singoli territori. In questo senso il progetto si propone come catalizzatore di soluzioni e metodologie sviluppate sulla base di dati reali che possano agevolare la politica ambientale ed energetica di tutta l’Unione europea”, conclude De Luca.
Diversi sono gli stakeholder che hanno mostrato interesse a partecipare alle attività sui territori tra cui Enel, Regione Sardegna, Provincia e Comune di Brindisi, Legambiente, Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari e il Distretto Tecnologico Nazionale sull’Energia (DiTNE).