ROMA – Il Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi di Roma Tre è protagonista su RAI 1 di “Superquark 2020”, condotto da Piero Angela. Nella seconda puntata del programma, che andrà in onda mercoledì 22 luglio, alle 21.20, verrà trasmesso il servizio che, curato dal dott. Lorenzo Pinna della RAI e dal prof. Andrea Di Giulio, responsabile del Laboratorio di Entomologia e Parassitologia del Dipartimento di Scienze, illustra i risultati di alcune ricerche entomologiche da lui svolte presso il Laboratorio Interdipartimentale di Microscopia Elettronica (LIME) di Roma Tre, in collaborazione con il prof. Marco A. Bologna (Laboratorio di Zoologia Sistematica e Biogeografia, Dip. Scienze, nonché Direttore del Dipartimento di Scienze), oltre che di dottorandi e assegnisti.
Attraverso immagini e filmati originali, viene mostrato come le tecniche più avanzate e innovative di microscopia elettronica e microtomografia computerizzata 3D, applicate allo studio morfo-funzionale, siano fondamentali per comprendere l’evoluzione di raffinate strategie messe in atto da alcuni insetti parassiti.
“L’Italia con circa 58.000 specie di animali ha il primato europeo della biodiversità – spiega il prof. Di Giulio, docente del corso di Entomologia e responsabile del Museo di Zoologia e Anatomia Comparata dell’Università degli Studi di Roma Tre – I vertebrati (1.258 specie) rappresentano solo il 2,2%, mentre gli artropodi rappresentano il 95%, dei quali l’80% sono insetti. Si conoscono circa un milione di specie di insetti in tutto il mondo e le loro abbondanze sono tali che, secondo alcune stime, per ogni abitante del pianeta ci sarebbero 200 milioni di insetti. Tuttavia, ancora poco conosciamo di questa risorsa naturale che influenza tutti gli ecosistemi e fornisce all’uomo insostituibili servizi, come l’impollinazione, che garantisce l’esistenza di tutte le piante a fiore o la degradazione della sostanza organica operata dagli insetti del suolo. Eppure, tutta questa incredibile diversità ci è per lo più ignota e un numero enorme di specie di insetti si sta rarefacendo o addirittura estinguendo per mano dell’uomo, spesso prima ancora di essere descritta”.
Per conoscerne il ruolo e valutare le possibili strategie di conservazione, gli entomologi oggi possono avvalersi di metodi di indagine estremamente sofisticati, basati su tecnologie sempre più all’avanguardia, quali la microscopia elettronica a fascio ionico e la microtomografia computerizzata tridimensionale.
“Purtroppo – afferma il prof. Di Giulio – sono tutti metodi ancora piuttosto costosi e che si trovano in rari centri di eccellenza. Fortunatamente, anche in Italia esistono realtà come quella del Laboratorio Interdipartimentale di Microscopia Elettronica, che grazie agli investimenti lungimiranti dell’Ateneo di Roma Tre e il sostegno dei Dipartimenti di Scienze e Ingegneria, stanno consentendo di sviluppare ricerche altamente innovative in campo zoologico e più in generale biologico e biomedico, che servono ad aprire la strada allo studio di patologie emergenti e la messa a punto di nuove applicazioni biotecnologiche, anche avvalendosi di modelli naturali come quelli mostrati in organismi complessi come gli insetti e che stanno ricevendo l’attenzione anche della televisione di Stato”.
IL LABORATORIO LIME
Il Laboratorio LIME rappresenta una piccola eccellenza italiana, sia per la presenza di strumenti all’avanguardia, come ad esempio il microscopio elettronico a scansione (SEM) di ultima generazione, il microscopio a trasmissione (TEM) o il microscopio a doppio fascio ionico-elettronico (FIB/SEM), sia anche per la sinergia tra Biologi e Ingegneri che da più di venti anni interagiscono proficuamente in questo centro per scambiarsi idee, tecniche e collaborare a progetti come quello del Call for Ideas, finanziato nel biennio 2018-2020, i nuovi progetti internazionali recentemente sottoposti o le nuove iniziative didattiche come quella del corso di Alta Formazione in Microscopia per dottorandi.
IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI ROMA TRE
Il Dipartimento di Scienze è Dipartimento di eccellenza (2018-2022), un titolo prestigioso assegnato dal MIUR per il progetto sull’Antropocene e sugli impatti antropici sull’ambiente e la salute che prevede un finanziamento di 8,7 milioni di euro per il quinquennio.