MILANO – Il COVID-19 ha costretto molte aziende a entrare in una nuova realtà in cui lavorare in team non presupponeva necessariamente di trovarsi nello stesso luogo fisico. La tecnologia è stata la chiave di questo cambiamento e la collaborazione si è rivelata vitale per tutte le organizzazioni alle prese con il remote working. Il settore delle videoconferenze, in particolare, ha visto una notevole trazione durante l’epidemia diventando “la tecnologia del lock down”, grazie alla sua capacità di collegare i dipendenti e i clienti in qualsiasi situazione. Basti pensare che, solo a marzo di quest’anno, le applicazioni di videoconferenza hanno registrato un record di 62 milioni di download.
In risposta a questa crescente dipendenza da videoconferenze e altri servizi basati sul cloud per la collaborazione, si è registrato un aumento della domanda di dispositivi portatili e notebook, poiché le aziende avevano necessità di dotare i dipendenti degli strumenti giusti per permettere loro di lavorare efficacemente anche da casa. Una recente ricerca della società di analisi IDC ha rilevato un’impennata di quasi un terzo della domanda di computer portatili e laptop in tutta Europa nel primo trimestre 2020.
Secondo dynabook, però, le aziende che stanno investendo in nuove tecnologie devono considerare che una collaborazione a distanza di successo richiede diversi fattori, come la capacità di memorizzazione interna, la velocità e la potenza del processore principale, la memoria RAM, gli aggiornamenti del sistema operativo e altro ancora. La connettività, tuttavia, è una delle considerazioni più importanti. Raggiungere questo obiettivo ed evitare costosi tempi di inattività significa fornire ai dipendenti un dispositivo adatto allo scopo, dotato del più recente supporto di rete WiFi, capacità Bluetooth e connessioni periferiche come le porte HDMI e USB. Non solo questo, ma l’importanza di una fotocamera affidabile, di un audio di qualità e di una riduzione del rumore delle ventole non è mai stata così importante in un momento in cui i dipendenti si affidano così tanto alle videochiamate per la collaborazione in team.
Nuove modalità di lavoro, nuove tecnologie
Non sono solo i dispositivi portatili a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la collaborazione in questo periodo, ma anche la tecnologia wearable che è agli albori dell’adozione mainstream già da qualche tempo. Le nuove modalità di lavoro create dalla pandemia hanno consentito a tecnologie come la realtà assistita (AR) di superare l’approccio teorico, aprendo nuovi casi d’uso e dimostrando il potenziale dei wearable nel guidare la collaborazione tra team remoti.
A differenza della realtà aumentata e della realtà virtuale, la realtà assistita (AR) si riferisce alla proiezione di informazioni nel campo visivo immediato dell’utente e, aspetto importante, mantiene le mani libere. Con gli smart glass abilitati alla realtà assistita è possibile proiettare diagrammi, testi, immagini e video, senza interferire con la visione periferica dell’utente.
Questa tecnologia può quindi aiutare a sostenere la collaborazione sia in questo momento che in futuro, quando entreremo in una “nuova normalità”. Compiti critici come la manutenzione delle apparecchiature delle centrali elettriche devono continuare, anche se i tecnici non fossero in grado di raggiungerle fisicamente. Con gli smart glass il tecnico locale può utilizzare la funzione Remote Expert per contattare un professionista in qualsiasi parte del mondo, mostrare il problema tramite display e telecamera e trovare così una soluzione rapidamente. Nella situazione attuale questo si traduce in un aumento delle precauzioni per evitare il diffondersi del contagio, ma in futuro potrebbe significare più in generale una minore necessità di lunghe trasferte o spostamenti. Per chi lavora a distanza gli smart glass consentono il recupero di documenti, di istruzioni in grado di non interrompere il flusso di lavoro e l’acquisizione di dati in tempo reale.
“Se possiamo permetterci di guardare il lato positivo, la pandemia di Coronavirus ha fornito un’opportunità unica per i leader aziendali di rivalutare e re-immaginare le proprie attività e l’employee experience”, commenta Massimo Arioli, Business Unit Director Italy, Dynabook Europe GmbH. “Secondo un recente sondaggio di Gartner, sembra che il 48% dei dipendenti lavorerà da remoto almeno part-time d’ora in avanti, rispetto al 30% di prima. Per molti, il passaggio al lavoro a distanza è stato sia una sfida che un successo, non solo per scoprire nuovi modi di collaborare, ma anche nel dimostrare che la collaborazione deve essere sempre più al centro della strategia di ogni organizzazione”.