PADOVA – In tutto il mondo sono più di mezzo milione i portatori di impianto cocleare (IC). Ogni anno vengono applicati nel mondo circa 50.000 impianti cocleari, di cui oltre 1000 in Italia. Negli ultimi anni la tecnologia degli impianti cocleari ha raggiunto un altissimo livello, con risultati molto significativi sul recupero uditivo.
Centro di eccellenza
Uno dei centri d’eccellenza in Italia per l’impianto di questi dispositivi è Clinica Otorinolaringoiatrica di Padova, ed in particolare il Centro Regionale per gli impianti cocleari nel bambino, coordinato dal Prof. Roberto Bovo, in cui ogni anno vengono svolti 120 interventi. Molti di questi interventi vengono svolti in età pediatrica, anche molto precoce (al di sotto dei 18 mesi di vita). Nei paesi economicamente più avanzati, infatti, lo screening audiologico neonatale permette una diagnosi precoce di perdita uditiva, consentendo alla quasi totalità dei bambini con sordità profonda di poter ricevere l’impianto ed essere riabilitati precocemente ed in modo adeguato.
Il Prof. Roberto Bovo
“I progressi tecnologici e l’esperienza raggiunta con oltre 2000 impianti eseguiti ci permette di intervenire anche nei neonati più piccoli e nelle malformazioni complesse” dichiara il Professor Bovo. “L’impianto cocleare è il primo organo di senso artificiale capace di evocare sensazioni acustiche stimolando elettricamente l’orecchio interno. Con un adeguato periodo di riabilitazione, queste sensazioni acustiche permettono nella maggior parte dei casi una buona percezione verbale e lo sviluppo di capacità comunicative molto simili a quelle del soggetto normoacusico. L’impianto permette quindi il recupero comunicativo e sociale di pazienti di tutte le età, in tutti quei casi nei quali il beneficio con le protesi acustiche non è adeguato.”
Già a 4 mesi di vita embrionale la coclea ha raggiunto le dimensioni definitive ed al sesto mese è in grado di sentire il battito cardiaco ed altri suoni prodotti dal corpo della mamma. La coclea, nel corso della sua formazione embrionale, subisce spinte e pressioni e deve adattarsi allo spazio disponibile, per cui la sua morfologia può subire deformazioni. Di conseguenza, non tutte le coclee sono uguali. Nel 20% dei bambini operati vi sono inoltre delle vere malformazioni dell’orecchio interno, talora dovute a cause genetiche, altre volte senza una causa evidente.
“Già nei neonati ai primi mesi di vita si può inserire un cavetto porta elettrodi, adattato alle variazioni anatomiche, all’interno della coclea e questo cavetto ha le stesse dimensioni di quello utilizzato nel bambino di un anno o nell’adulto.” prosegue Bovo. “L’impianto applicato nel neonato potrà durare per moltissimi anni. Quando nasce un bambino con sordità grave o profonda bilaterale l’impianto cocleare si applica generalmente verso l’anno di età, ma vi sono dei casi nei quali dobbiamo intervenire anche prima. Abbiamo oggi a disposizione degli impianti cocleari dotati di cavetti porta elettrodi che si adattano perfettamente alle coclee malformate, permettendo risultati funzionali molto positivi”.