NAPOLI – Dopo un’assemblea in fabbrica questa mattina i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli hanno raggiunto l’aeroporto di Capodichino ed occupato l’area delle partenze. Stanno manifestando pacificamente. Per il momento il traffico aereo non ha subito modifiche o ritardi. In tutto sono 200 i lavoratori Whirlpool che manifestano nell’aeroporto internazionale di Capodichino per protestare contro la scelta della multinazionale di chiudere il sito di Napoli. «Alla luce delle informazioni di mercato del settore – commenta Antonio Accurso, segretario generale Uilm Campania – che indicano la stessa Whirlpool in crescita importante, la Electrolux e la Candy che v investono in Italia proprio sullo stesso prodotto di Napoli le lavatrici alto di gamma, è sempre più incomprensibile la scelta dell’azienda e non accettabile l’impotenza del governo nell’imporre il rispetto degli accordi che prevedevano il rilancio di Napoli». «Continua la protesta civile – spiega Biagio Trapani, segretario generale Fim Napoli – di chi si è sentito tradito proprio da chi doveva essere il primo a difenderli, incomprensibile il silenzio del Presidente Conte e dei Ministri che hanno fatto incoscientemente trascorrere 18 mesi senza indirizzare la vertenza verso i binari giusti. Auspichiamo che stiano utilizzando questo tempo per spiegare agli americani che devono rispettare quell’accordo, soprattutto in un momento dove il mercato dell’elettrodomestico si è completamente stravolto gli altri competitor con Candy ed Elettrolux investono, Whirlpool viene meno ad impegni presi con il Governo stesso, a testimonianza che nella scellerata scelta di chiudere il sito di via Argine non ci sia alcuna ragione industriale». «Per noi della Fim Cisl – prosegue Trapani – è necessario che il Governo si adoperi con degli strumenti legislativi che vincolino le multinazionali al rispetto degli accordi sottoscritti sui siti industriali in Italia e in Campania proprio a partire da Whirpool. Ogni giorno che passa è tempo perso per trovare soluzione alla vertenza. Continuiamo a ribadire ci sono tutti gli strumenti utili a partire dal decreto cura Italia, o il supporto di Invitalia, per poter permettere il prosieguo delle attività produttive a Napoli e la tutela dei 355 lavoratori di Napoli. È chiaro che come sindacato non resteremo a guardare l’ennesimo il Governo torto Industriale che si consuma ai danni della Città e in Italia. È inaccettabile dover lottare prima con la Politica e poi con la multinazionale. Non lasceremo mai soli i lavoratori perché quello di Napoli è un presidio di legalità e lo difenderemo fino all’ultima goccia di sudore»