ROMA – La polemica aperta dal presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli, dopo il ritrovamento del corpo senza vita dell’escursionista francese precipitato in un burrone in Cilento, sulle procedure del numero unico di emergenza europeo 112, probabilmente sono destinate a rinfocolarsi nei prossimi giorni. Balzanelli ieri è intervenuto pesantemente sulla necessità di implementare il 112 con gli altri numeri di emergenza nazionali (118, 113, 115) e non in ambito sostitutivo come accade oggi.“Lo sancisce l’Europa, con la direttiva europea del 29 luglio 1991 – ha spiegato Balzanelli – è tale modello di implementazione “parallelo” comporta tre vantaggi: la velocità di attivazione simultanea in tutto il territorio nazionale, costi enormemente minori (basti fare una mera comparazione), il risparmio temporale del “doppio passaggio” tra Centrali Operative, che può comportare ritardi anche determinanti nella genesi concausale di eventi avversi.L’Europa precisa, con la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L337, del 18 dicembre 2009, che i servizi di emergenza devono essere in grado di “trattare e rispondere alle chiamate effettuate al 112 almeno in modo rapido ed efficace quanto le chiamate ai numeri di Emergenza nazionali”, il che rinforza ulteriormente la raccomandazione, e quindi la necessità, di implementazione del modello parallelo”.10 Paesi su 19 in Europa hanno, al riguardo, proprio a partire dalla Francia, realizzato il modello, legislativamente previsto a livello continentale, di 112 affiancato parallelamente agli altri numeri.“Il Ministero dello Sviluppo Economico nella GU del 12 novembre 2009 – prosegue ancora il presidente del Sis 118 – sia nella premessa, sia agli art. 2 e 3, sancisce che le Centrali Operative 118 siano dotate dei Sistemi di geolocalizzazione, così come quelle delle altre forze istituzionali che si occupano di emergenza. Eppure tutto questo non è stato fatto in Italia.Il 112 e’ stato introdotto in modo sostitutivo e non parallelo rispetto agli altri numeri, con costi enormemente maggiori, con ritardo aggiuntivo certificato di almeno 1 minuto sui tempi d’intervento correlato al “doppio passaggio” tra Centrali Operative. Quindi, tempi più lunghi, costi maggiori, soccorsi più lenti.