GENOVA – Durante la seconda fase dell’emergenza sanitaria la didattica a distanza in Italia ha coinvolto quasi 4 milioni di studenti e oltre 350 mila docenti. Un primo esperimento su larga scala che ha cercato di fornire, attraverso la tecnologia, continuità all’istruzione, colmando il più possibile le necessità di formazione nel nostro paese.
Una delle soluzioni utilizzate a questo scopo e riconosciuta anche dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è stata OneZone, una piattaforma che consente lo svolgimento di lezioni in modalità sincrona e asincrona, per un’intera classe o per un singolo alunno, con particolare attenzione per BES, DSA, non vedenti, non udenti (grazie a un sistema di intelligenza artificiale con sottotitoli video o lettura vocale del testo) e con un’area educativa completamente dedicata ai bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD).
“Il progetto OneZone fornisce uno strumento a supporto della didattica per tutti i soggetti coinvolti – scuole, insegnanti, genitori e studenti – realizzando un prodotto specifico per questa esigenza con i più alti livelli di sicurezza – commenta Antonio Filippone, Co-Founder di OneZone – Per questo motivo è stato scelto il Public Cloud italiano Netalia per la gestione della piattaforma: per garantire la tracciabilità giuridica del dato aderendo ai requisiti italiani in termine di compliance e sicurezza ritagliati sul perimetro normativo del nostro paese”.
Il progetto è solo all’inizio ma ha già all’attivo 27 scuole per un totale di circa 22.000 studenti e oltre 8.100 ore di lezione. Oltre ad avere un sistema di collaborative e-learning tra i docenti, la piattaforma offre la possibilità di calendarizzare gli eventi, di assegnare compiti, interrogazioni, verifiche. L’offerta è gratuita, illimitata nel tempo e rivolta a tutti gli ordini di istruzione.
“Siamo molto felici di poter contribuire con la nostra infrastruttura e i nostri servizi a un progetto in un ambito così critico e attuale come quello della DAD. Nell’ultimo anno, a seguito della pandemia, molti sono stati i dibattiti sull’efficacia dei sistemi, sulla disponibilità di risorse informatiche e infrastrutture di connessione e non ultimo sulla privacy. Molto spesso, infatti, gli utenti sono minori ai quali si richiede l’accesso a piattaforme pubbliche di videoconferenza, in parziale accordo con gli istituti scolastici – ha aggiunto Michele Zunino, AD di Netalia – Cosa succede infatti quando si utilizzano piattaforme terze? Dove risiedono e come vengono trattati questi dati? Le finalità con cui i dati sono trattati non definiscono livelli di privacy ben precisi e spesso non sono nemmeno allineate con le norme del nostro paese. Mai come oggi si sente quindi il bisogno di un ambiente cloud flessibile, rapido nell’esecuzione e soprattutto sicuro”.
Se da una parte l’Autorità Garante ha stabilito che le scuole non dovranno chiedere alcuna autorizzazione a studenti, insegnanti e genitori purché i dati siano utilizzati solo ai fini dell’erogazione di servizi, Netalia, dal canto suo, allarga il perimetro del controllo garantendo in più la residenza fisica, normativa e giuridica dei dati trattati in Italia. Oltre a monitorare costantemente gli standard e i requisiti normativi, per erogare servizi ai settori caratterizzati da una maggiore sensibilità del dato, aderisce infatti al Codice di Condotta CISPE (Cloud Infrastructure Service Providers in Europe), di cui è membro attivo, e a quello dell’associazione SWIPO (Switching Cloud Providers and Porting Data).
“Quando parliamo di cloud sembra quasi che il suo principale valore sia dato dalla tecnologia in senso stretto – ha concluso Michele Zunino – È chiaro che non è invariante ma il nostro compito più importante è semmai quello di piegarla perché risponda a precisi standard normativi a cui sono soggetti gli applicativi e i dati che gestiamo per conto dei nostri partner, come nel caso dei progetti DAD che portiamo avanti con OneZone”