MILANO – La gestione dei pazienti inizia con quello step fondamentale che va dal sospetto alla formulazione di una diagnosi, fase ancora più importante quando si sia di fronte ad una patologia rara che in molti casi il primo curante non ha mai osservato direttamente.
La diagnosi di una malattia rara è solo il primo di una serie di ostacoli che partono dalla diagnosi differenziale alla diagnosi il più possibile tempestiva per scongiurare il rischio di danni d’organo o stati da cui è difficile tornare indietro. Tra le migliaia di condizioni rare censite nel mondo il Deficit di Alfa-1antitripsina (DAAT) è tra quelle per cui la diagnosi precoce è fondamentale allo scopo di avviare quanto prima il paziente alla terapia e rallentare il declino e quindi la perdita di funzionalità polmonare che in alcuni casi apre l’impervia via della necessità di un trapianto.
Il DAAT è una malattia genetica rara che colpisce 1 individuo su 2.000-5.000. Il DAAT è una condizione predisponente la manifestazione di alcune patologie, solitamente in età adulta, tra cui malattie respiratorie (enfisema), epatopatia cronica (cirrosi), oltre a vasculite e pannicolite in casi più rari.
Per aumentare la consapevolezza della classe medica sul DAAT ed identificare il percorso diagnostico-terapeutico e di follow up più opportuno, il Gruppo I.D.A. (Identificazione Deficit di Alfa-1 antitripsina) si è fatto promotore della definizione di un Algoritmo per la gestione del paziente con DAAT, sottoposto per contributi ad un Board di specialisti di grande esperienza. Il gruppo si è riunito in remoto il 22-23 settembre 2020 in occasione del 4° Open Expert Panel sul DAAT, coordinato dal Dr Marc Miravitlles – esperto di DAAT riconosciuto nel panorama scientifico internazionale – con il supporto incondizionato di CSL Behring.
I referenti I.D.A. hanno effettuato un importante lavoro preliminare, suddividendo l’algoritmo in cinque sezioni: Diagnosi, Monitoraggio, Terapia, Riabilitazione/Trapianto polmonare, Epatopatia.
La fase diagnostica è quella più delicata: il sospetto di essere in presenza di DAAT deve emergere in tutti i pazienti con asma insorta in età adulta, BPCO, bronchiectasie, epatopatie apparentemente inspiegabili, così come nei soggetti che mostrino una riduzione quantitativa o un’anomalia qualitativa delle alfa-1 globuline plasmatiche.
“La diagnosi corretta deve prevedere ad un primo livello il dosaggio di AAT (alfa-1 antitripsina) e della PCR (proteina C reattiva) che possano indicare la necessità di un secondo livello di indagine.
Questa prevede un’analisi molecolare in un Centro di Riferimento accreditato che verifica la concentrazione plasmatica di AAT e, soprattutto, l’eventuale presenza di alleli patologici del gene SERPINA 1, alla base del deficit di proteina(intermedio o grave)” spiega la Dottoressa Ilaria Ferrarotti Centro di Diagnosi per il Deficit Ereditario di Alfa-1 antitripsina della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Università degli Studi di Pavia.
Nelle forme gravi di DAAT alla valutazione basale deve seguire un controllo annuale, più frequente se presente malattia polmonare o epatica, oltre alla valutazione della funzione respiratoria per valutare la terapia sostitutiva con AAT che è fondamentale per ripristinare i livelli di proteina mancante e ridurre la progressione di enfisema e danno polmonare.
“Oggi la terapia sostitutiva si avvale della possibilità di auto-infusione da parte del paziente che viene istruito con un corso specifico da personale medico o infermieristico. Questa evoluzione consente una migliore qualità della vita e una maggiore aderenza terapeutica” sottolinea Nuccia Gatta, Presidente dell’associazione dei pazienti con DAAT (Alfa-1at ODV) e che partecipa al Gruppo I.D.A.
L’algoritmo include una sezione con quattro domande a cascata, a cui il clinico deve rispondere per definire i parametri secondo cui il paziente è candidabile alla terapia sostitutiva con AAT.
“Sono stati inclusi alcuni punti importanti sia in termini di emersione di patologia (alterazione banda alfa-1 per sospetto diagnostico, diagnosi di primo e secondo livello presso centri accreditati), sia in termini di monitoraggio ed inizio precoce della terapia sostitutiva con AAT (incluso accenno alla possibilità dell’auto-somministrazione)” commenta la dottoressa Deborah Cocorullo, Medical Affairs Manager per CSL Behring.