MILANO – Le scelte relative alla tecnologia utilizzata in ambito lavorativo sono sempre state di competenza dei responsabili IT. Secondo Dynabook, negli ultimi dieci anni con la diffusione di fenomeni come il Bring Your Own Device (BYOD) e l’IT consumerization, queste decisioni hanno iniziato a coinvolgere sempre più i dipendenti. La pandemia in corso non ha fatto altro che accentuare ulteriormente la questione con lo smart working che ha evidenziato eventuali problemi dei dispositivi non riscontrati prima in ambiente lavorativo.
Alcune aziende stanno prendendo provvedimenti per coniugare il team IT con i dipendenti quando si tratta di dispositivi end-user, ma il divario tra i due rimane. Recentemente PWC ha rilevato che il 90% dei dirigenti reputa che la loro azienda presti molta attenzione alle esigenze dei dipendenti quando vengono introdotte nuove tecnologie, ma solo la metà (53%) dei dipendenti ha dichiarato la stessa cosa. Per essere competitivi, è fondamentale andare oltre i responsabili IT che controllano il provisioning dei dispositivi e permettere ai dipendenti di esercitare un più alto grado di scelta in relazione alla tecnologia e agli strumenti che usano quotidianamente.
“L’informatica e la connettività di prossima generazione hanno fatto sì che i dipendenti siano abituati ad avere le ultime tecnologie in tasca. Il mondo sta diventando sempre più digitale e la forza lavoro di oggi è curiosa nei confronti di nuovi ultimi dispositivi, prodotti e servizi”, ha dichiarato Massimo Arioli, Business Unit Director Italy di Dynabook Europe GmbH. “Molte delle generazioni più giovani, che entrano per la prima volta nel mondo lavoro, sono cresciute nell’era digitale e si aspettano lo stesso livello tecnologico sia sul posto di lavoro sia a casa”.
Con questo presupposto, le aziende devono lavorare più di prima per attrarre e non perdere il personale. Fattori come formazione, bonus, incentivi per la salute e il benessere rimangono interessanti per i dipendenti e non possono essere ignorati dalle imprese. Tuttavia, la pandemia in corso – che ha portato a un incremento significativo del tempo che i dipendenti trascorrono a casa su computer portatili e desktop – ha contribuito ad aumentare la preoccupazione dei datori di lavoro nei confronti della tecnologia. PC e notebook hanno agito come una finestra sul mondo sia professionalmente che personalmente per molte persone, evidenziando ulteriormente la necessità di includere i dipendenti nel processo decisionale di acquisto dei dispositivi end-user aziendali.
Rafforzare la relazione tra HR e IT così come dare ai dipendenti la libertà di utilizzare la tecnologia più familiare si traduce in numerosi vantaggi sia per il datore di lavoro che per l’azienda. Secondo uno studio di Gensler Workplace, il 76% dei dipendenti ha affermato che scegliere la tecnologia avrebbe un impatto positivo sulle loro prestazioni, mentre il 60% ha dichiarato che probabilmente influenzerebbe anche la loro soddisfazione lavorativa.
Un dipendente che ritiene che l’azienda stia ascoltando le sue esigenze andrà oltre il suo lavoro. Le aziende invece assisteranno a un maggior coinvolgimento e fidelizzazione dei dipendenti con un conseguente aumento di soddisfazione e prestazioni. Si valuta, infatti, che i dipendenti motivati siano quasi il 20% più produttivi, mentre i lavoratori che dicono che la loro voce è ascoltata dal loro datore di lavoro sono 4,6 volte più propensi a svolgere il loro lavoro al meglio.
Quando le aziende investono in nuovi dispositivi end-user dovrebbero da un lato incoraggiare i propri dipendenti a discutere apertamente di quelle che sono le loro aspettative e dall’altro tenere in considerazione quali sono le funzionalità fondamentali, come ad esempio mobilità sicurezza, affidabilità e connettività, oltre a formato e design.
“Oggi la forza lavoro è sempre più mobile, e lo sarà ancora di più dopo la pandemia, quindi garantire la massima autonomia attraverso i dispositivi end-user è fondamentale. Le aziende devono assicurarsi di investire in dispositivi leggeri e portatili, ma potenti e sicuri. È importante considerare anche aggiornamenti regolari dei device per garantire che i dipendenti possano godere delle ultime tecnologie”, ha concluso Arioli.