NAPOLI – Al largo della costa ligure, è stato costruito un orto subacqueo, chiamato per l’appunto l’orto di Nemo. Nome che ricorda il celebre cartone animato della Pixar ambientato nell’oceano.
Il progetto è nato dall’idea dell’ingegnere Sergio Gamberini nel 2012. Laureato in Ingegneria Chimica all’Università di Genova, si è specializzato al Cerisie di Milano sulle tecniche di stampaggio della gomma. Già Presidente, per sette anni, dell’Associazione Nazionale della Subacquea, attualmente è Presidente del Gruppo OCEAN REEF, con 72 anni di operatività in Italia e uno stabilimento operativo a San Diego – California, dal 1993.
Il progetto nasce quando l’ideatore Gamberini, si rende conto che nei fondali marini ci sono condizioni molto favorevoli all’agricoltura: temperatura costante, umidità alta e gli insetti non posso raggiungere le piante, ragion per cui non è necessario l’utilizzo di pesticidi che invece, al contrario, nelle coltivazioni terrene se ne fa un uso sempre più frequente.
Dopo anni di sperimentazioni, sono state costruite 5 biosfere ancorate al fondo marino ad una profondità di 6-8 metri, le quali garantiscono una temperatura costante intorno ai 26 gradi centigradi, un tasso di umidità dell’83% e alte concentrazioni di anidride carbonica che favorisce la crescita delle piante.
Inoltre, sono costruite con un tipo di materiale che consente la penetrazione della luce del sole, la quale arriva direttamente sulle piante e vengono utilizzate energie rinnovabili per il mantenimento del sistema: dall’acqua marina (attraverso la desalinizzazione dell’acqua) alla luce del sole.
All’interno di queste biosfere, sono state piantate basilico e lattuga. Il progetto si sta allargando anche alle coltivazioni delle fragole, dei piselli e dei funghi. Attualmente i prodotti derivanti da tale coltivazione non sono in commercio.
Tutto è monitorato via terra attraverso l’uso di video/audio e con l’intervento subacqueo di personale specializzato.
Si è anche analizzato che impatto ha avuto questo progetto nell’ecosistema marino e si è osservato che granchi e polpi hanno visitato le coltivazioni, senza però toccare minimamente le piante, mentre i cavallucci marini hanno trovato al di sotto delle biosfere un ambiente favorevole alla riproduzione e all’allevamento dei piccoli. Quindi, l’idea di Gamberini pare non essere nociva per l’ambiente marino.
Sempre di più in Italia e nel mondo si parla di Agricoltura 4.0 caratterizzata, per l’appunto, da un alto tasso di innovazione tecnologica e ottimizzazione dei flussi.
L’Orto di Nemo rappresenta un importante esperimento da esportare anche in altre realtà per sopperire alle problematiche legate all’agricoltura sempre più compromessa dai cambiamenti climatici, dall’utilizzo di pesticidi, dall’impoverimento del suolo e dall’eccessivo sfruttamento delle aree coltivabili a discapito delle foreste.