Spesso si confonde la tecnologia con l’innovazione. In realtà, la tecnologia è semplicemente il mezzo per fare innovazione, che vuol dire riuscire a offrire ai clienti un servizio nuovo, più veloce ed efficiente. Un percorso che unisce passato e futuro per garantire un presente migliore. Penso, per esempio, all’invio di un carroattrezzi per recuperare un’auto in panne: il servizio sarà sempre fisico, ma nel frattempo abbiamo digitalizzato la richiesta d’intervento, riducendo sensibilmente i tempi d’attesa per il cliente.
La transizione digitale è una sfida da raccogliere e da vincere, ma non è un percorso privo di insidie. Soprattutto per quelle aziende che sono nate analogiche. Siamo convinti che l’innovazione debba passare necessariamente attraverso un vero cambiamento culturale: è un processo lungo e complesso all’interno di qualunque azienda, ma senza un cambio di paradigma l’innovazione non arriva. E per evolvere dall’interno non bastano corsi o seminari, serve la contaminazione con il mondo esterno, quello delle start-up e delle idee degli innovatori, che porta freschezza, velocità di pensiero e agilità nei processi.
Open innovation: il caso concreto di EpiCura
L’operazione che abbiamo realizzato insieme a EpiCura, la start-up torinese che ha creato il primo poliambulatorio digitale in Italia, va proprio in questa direzione. In Europ Assistance stiamo puntando ad offrire servizi sempre più efficaci e puntuali per la cura domiciliare e l’assistenza alla persona, anche utilizzando le nuove tecnologie, un percorso che era già iniziato prima della crisi sanitaria del Covid19 ma che durante la pandemia ha avuto una forte accelerazione. Grazie all’incontro con EpiCura siamo riusciti rafforzare ulteriormente le nostre prestazioni negli ambiti dell’assistenza domiciliare privata, in particolare alle persone anziane, e della teleconsulenza medica.
Un incontro che non è stato casuale, ma è stato il risultato di una precisa strategia. Proprio con questo obiettivo, infatti, abbiamo lanciato nel 2018 la Call for Growth Smart Aging: Care for Baby Boomers in collaborazione con Cariplo Factory. In quel contesto, infatti, EpiCura è stata selezionata tra le start-up più promettenti del settore. Incontrarsi però non basta. Start-up e corporate parlano lingue diverse, hanno tempi diversi, agiscono in modo diverso. Ecco perché è necessario un cambiamento culturale affinché questi incontri possano diventare fruttuosi. L’investimento di 3 milioni di euro che è maturato qualche settimana fa è stato il risultato di un percorso di collaborazione durato mesi. Un investimento che ci permette di avviare anche una partnership industriale grazie alla quale siamo certi di poter offrire ai nostri clienti un servizio sempre più in linea con i loro bisogni.
Il progetto di open innovation che abbiamo realizzato con Cariplo Factory ci ha orientati nella giusta direzione. D’altra parte, sappiamo bene che per innovare in modo rapido e funzionale non ci sono scorciatoie. Per l’economista americano Henry Chesbrough “le imprese possono e debbono fare ricorso a idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.”
E mi permetto di aggiungere che il nostro settore non può non guardare all’open innovation: i numeri a livello globale sostengono questa tesi con forza.
Assicurazioni e insurtech: un’alleanza virtuosa
Quando la tecnologia incontra il settore assicurativo si parla di insurtech. Sta accadendo ciò che anche noi sosteniamo da tempo, ovvero la necessaria integrazione di questi nuovi servizi tecnologici dentro all’offerta delle big companies. E lo dimostra la pioggia di capitali raccolti nell’ultimo anno: secondo l’Insuretch Global Outlook 2021, gli investimenti complessivi nel settore sono arrivati a 7 miliardi di dollari. Focalizzandoci sono sugli assicuratori tradizionali scopriamo che hanno investito 1,6 miliardi di dollari in start-up per accelerare la transizione grazie all’open innovation. Per capire quanto sia veloce il trend, basti sapere che, rispetto al 2019, gli investimenti delle aziende sono aumentati del 61%.
In Italia siamo ancora indietro, ma anche qui l’open insurance sta diventando realtà. Secondo le prime stime, nel 2021 gli investimenti complessivi in start-up dovrebbero aver superato quota un miliardo di euro: a crescere di più sono i capitali in arrivo dall’industry rispetto a quelli dei fondi d’investimento. Il motivo è semplice: le aziende vedono chiaramente le potenzialità delle start-up. Non ragionano quindi in un’ottica di ritorno del capitale, ma di partnership per crescere sul mercato.
Ecco perché la collaborazione tra la grande azienda strutturata e quella più innovativa è in forte crescita. È la strada giusta da prendere, ma è un percorso che non si può improvvisare e per il quale è spesso necessario essere aiutati da soggetti che sanno come accompagnare le imprese in questo percorso, come far incontrare la domanda e l’offerta di innovazione. Soprattutto, per far sì che l’innovazione avvenga, nelle corporate serve adottare una mentalità aperta e curiosa: a partire dai CEO, che dovrebbero preoccuparsi di insegnare ai propri team che non si deve aver paura di cambiare. Quando ci riusciamo, i risultati sono sorprendenti, e ci fanno crescere davvero.
Fabio Carsenzuola*
*CEO di Europ Assistance Italia