MILANO – Proofpoint, Inc., azienda leader nella cybersecurity e nella compliance, ha pubblicato oggi il proprio report annuale Voice of the CISO, che analizza le principali sfide affrontate dai Chief Information Security Officer (CISO) di tutto il mondo. Se hanno trascorso il 2021 a fare i conti con nuovi modi di lavorare, oggi molti CISO sentono di avere un maggiore controllo del loro ambiente: a livello globale solo il 48% (e il 46% di quelli italiani) ritiene che la propria organizzazione sia a rischio di subire un attacco informatico nei prossimi 12 mesi, in calo rispetto al 64% (dato sia globale che italiano) dello scorso anno.
Tuttavia, sentirsi preparati per un attacco informatico è molto diverso dall’esserlo. Questa crescente fiducia dei CISO è probabilmente più il risultato di aver superato indenni un evento sconvolgente (la pandemia), e non di un cambiamento tangibile dei livelli di preparazione al rischio. Secondo il report Proofpoint il 50% dei CISO globali ritiene ancora che la loro organizzazione sia impreparata a gestire un attacco IT e il 56% considera l’errore umano come la più grande vulnerabilità informatica. In particolare, modalità consolidate di lavoro da qualsiasi luogo e il fenomeno delle dimissioni di massa (The Great Resignation) presentano oggi nuove sfide relative alla protezione delle informazioni.