VERONA – Tutto l’entroterra della Calabria in appena sette minuti: il documentario “Sentiero Calabria”, dedicato all’omonimo percorso di trekking appena inaugurato nel cuore della regione, è un’immersione in un territorio dove ad ogni passo si scoprono paesaggi – naturali e antropologici – unici. Prodotto da Doc Creativity, parte della Rete Doc, il maggiore network italiano di professionisti della cultura e della creatività, è stato proiettato in anteprima oggi, a Verona, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto Sentiero Calabria, nell’ambito del Salone Mondiale del Turismo nei Siti e nelle Città Patrimonio UNESCO.
Il progetto nasce per valorizzare questo cammino, tra i più affascinanti della penisola e composto da 34 tappe e 654 km, investendo nelle potenzialità della Calabria: gli enti che rappresentano le aree protette – i tre parchi e la riserva che costituiscono la dorsale della regione – hanno commissionato l’opera al regista di Reggio Calabria Antonio Melasi, che ha coinvolto un team di colleghi, Giuseppe Calabrò, per il coordinamento e le riprese, Demetrio Caracciolo, operatore drone Uas, direttore della fotografia e responsabile editing, e Mauro Giamboi, autore della colonna sonora.
“Non è un manuale di sentieristica per escursionisti, e non è certo esaustivo: impossibile, in pochi minuti, mostrare tutto l’incanto di questa terra” racconta Antonio Melasi. “Abbiamo scelto una via più poetica, sottile e allusiva, ispirandoci a Old Calabria, il diario di viaggio di Norman Douglas, un tormentato scrittore inglese che all’inizio Novecento si innamorò di questi luoghi fatti di forti contrasti, trovando pace e bellezza lontano da casa. Abbiamo ridato vita a questo personaggio grazie alla voce di un attore madrelingua inglese, che legge con il proprio accento alcuni brani scelti dal diario di Douglas. Questa voce si alterna a quella di un narratore di taglio più documentaristico, che ritma le immagini e le sequenze. Il nostro obiettivo: alimentare la curiosità e il desiderio di visitare questi luoghi con una piccola preview.
“Lo scorso aprile abbiamo potuto rivivere alcune tappe del viaggio di Douglas, le riprese sono durate una decina di giorni” aggiunge Giuseppe Calabrò. “Il documentario è scisso in quattro momenti, ognuno con la sua atmosfera, sottolineata dalla colonna sonora. Appena superato il confine con la Basilicata, il parco del Pollino alterna monti come il Dolcedorme, pini abbarbicati sui costoni, l’altipiano di Orsomarso, a luoghi speciali per la religiosità popolare come il Santuario della Madonna del Pettoruto e il Chiostro di San Bernardino. Nella Sila, che Douglas compara addirittura alla Scozia, abbiamo ammirato il lago di Arvo, l’arboreto di Sbanditi con i suoi alberi monumentali. Nella riserva delle Serre, ricca di sorgenti e miniere, ci siamo soffermati sulla Certosa di San Bruno e sulla fonderia borbonica, prima di riprendere la strada verso il più selvaggio Aspromonte: qui abbiamo esplorato la valle delle grandi pietre, con i suoi monoliti, e Montalto. Da questa vetta la statua del Redentore guarda verso Reggio Calabria”.