MILANO – Nel corso degli ultimi due anni la pandemia e, di conseguenza, la necessità di trovare soluzioni per la formazione a distanza ha aumentato l’interesse da parte di aziende, istituzioni e governi per il settore dell’edutech avviando un processo che, in futuro, metterà la tecnologia sempre più al centro dell’esperienza educativa. La previsione arriva da aulab, la prima Coding Factory italiana, che identifica i principali trend dell’edutech per il 2023: dalla didattica “ibrida”, che unisce modalità in live streaming e studio individuale, all’utilizzo dei dati per monitorare l’apprendimento e strutturare la formazione in base alla preparazione dello studente.
Blended learning: il giusto mix tra distanza, presenza e attesa – Si stima che tra le principali cause del tasso di abbandono dei corsi di e-learning ci sia la “solitudine” di chi li frequenta e la mancanza di un elemento di interazione con il docente o con i compagni di corso. Per questo, già da anni, aulab sperimenta l’integrazione tra didattica live streaming e studio individuale in modalità asincrona: è dimostrato, infatti, che sentirsi “attesi” dal docente e dai compagni sia uno stimolo a continuare l’apprendimento autonomamente. Secondo aulab, nel corso del 2023 proseguirà il trend del blended learning, formazione che mescola docenze live, apprendimento collaborativo e mentorship in live streaming in cui insegnanti e studenti possono discutere e confrontarsi. Si tratta di elementi fondamentali per consolidare la comprensione degli argomenti tecnici e delle nozioni basilari e per creare una relazione tra docenti e alunni.
Sfruttare i dati per il digital assessment – Nei prossimi anni si svilupperanno sempre di più sistemi in grado di consentire al docente, attraverso i dati, una valutazione automatica dell’apprendimento: si tratta, per esempio, di strumenti che suggeriscono esercizi da svolgere in prossimità di un passaggio della lezione che risulta particolarmente ostico o che sono in grado di ottenere informazioni in merito ai contenuti sui quali la classe sta avendo difficoltà, osservando per quanto tempo gli studenti vi si soffermano o quando chiedono assistenza. Allo stesso modo si può monitorare il digital assessment, l’esperienza della persona che sta seguendo la formazione: i dati forniscono informazioni su quali e quante lezioni segue, se ha difficoltà a fruire dei materiali, in che modo interagisce con gli altri studenti. In questo modo è possibile non solo valutare l’apprendimento, ma anche capire se dall’altra parte dello schermo c’è interesse e modulare il percorso sulle necessità del singolo studente.
Intelligenza Artificiale per l’adaptive learning – Tra i trend dell’edutech per il 2023 c’è l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per l’adaptive learning, ossia per sviluppare percorsi di apprendimento in cui i singoli moduli formativi sono proposti allo studente in una sequenza non prestabilita che si adatta in base agli esercizi da lui precedentemente svolti. A partire dal percorso di apprendimento progettato, l’Intelligenza Artificiale valuta le competenze dello studente e può decidere di fargli saltare alcune lezioni se ritiene tali conoscenze già apprese. Scopo dell’adaptive learning è misurare il comportamento dello studente e proporgli materiali didattici (sequenze di video o articoli da leggere) in linea con i suoi interessi, in modo simile a quanto avviene con l’algoritmo delle piattaforme di streaming televisivo e con le playlist musicali. Inoltre l’AI permette di fare correlazioni tra studenti, proponendo a profili simili esperienze didattiche affini. Tutto questo consente una fruizione più rapida del contenuto, per accorciare i tempi dell’apprendimento.
L’imperativo dell’imparare come imparare – Per quanto la tecnologia possa efficientare l’apprendimento, studenti, docenti e progettisti dell’esperienza educativa sono tenuti a sapere che imparare necessita di tempo e che questo varia a seconda dell’individuo. Per chi fa formazione la priorità è conoscere le modalità e i meccanismi che la mente umana utilizza per apprendere, ossia imparare come imparare. Nell’ambito delle neuroscienze esistono numerosi studi che indagano il funzionamento del cervello suddividendo l’apprendimento tra modalità focalizzata, attiva mentre si sta leggendo un testo, e modalità diffusa, che scatta durante il sonno o quando si svolge un’azione meccanica come fare la doccia o andare a correre: allo studente occorre tempo per dedicarsi a entrambe, utilizzando la prima per acquisire informazioni e la seconda per processarle.
Dall’home schooling al portare l’education in tutto il mondo – I trend dell’edutech determineranno il futuro della formazione, sviluppando ulteriori tendenze in questo settore. Da un lato, molte famiglie che hanno sperimentato l’home schooling durante la pandemia saranno nei prossimi anni sempre più interessate ad applicare le opportunità offerte dai dati e dall’AI allo studio da casa. Dall’altro, l’automatizzazione offre un supporto concreto per portare la formazione anche nelle zone del mondo in cui non sono disponibili docenti in presenza: già oggi, grazie alla tecnologia, è possibile seguire il webinar di un docente di Harvard da un villaggio africano. La sfida per il futuro è potenziare sempre più la parte interattiva, non per sostituire l’insegnamento in presenza ma per offrire opportunità a chi, altrimenti, non le avrebbe.“Il mondo dell’edutech, nei prossimi anni, si servirà di strumenti innovativi non solo per veicolare la formazione ma anche per elaborare contenuti allo scopo di rendere l’apprendimento multimediale e personalizzato”, spiega Giancarlo Valente, Agile Coach e CTO di aulab. “Le opportunità della tecnologia per il mondo della formazione a distanza sono molteplici, ma l’obiettivo è sempre consegnare allo studente la migliore esperienza di apprendimento possibile da cui partire per avviare la propria carriera”.