BOLOGNA – In occasione della “Giornata Internazionale delle Foreste”, istituita dall’ONU nel 2012, il Comando Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna, l’Accademia Nazionale di Agricoltura, i Dipartimenti di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (BIGEA) e di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna, in collaborazione con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e l’Istituto di Istruzione Superiore Arrigo Serpieri organizzano, martedì 21 marzo 2023, la giornata “Alle radici del Bosco”. La giornata sarà il momento per affrontare il tema della valenza multifunzionale dei boschi e degli ecosistemi forestali come importanti centri di salvaguardia ambientale, idrogeologica, climatica, economica ed energetica, con uno sguardo particolare alla situazione italiana, che vede 11 milioni di ettari boschivi sul proprio territorio, e numerose attività di tutela previste dal Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC).
“Alle radici del bosco” si dividerà in due momenti distinti. La sessione mattutina “Foreste per il futuro” (presso l’Oratorio di S.Filippo Neri, Bologna) coordinata dal Prof. Gilmo Vianello, Vicepresidente Accademia Nazionale di Agricoltura e la sessione pomeridiana “Foreste tesori di biodiversità” (presso il Cubiculum Artistarum di Palazzo dell’Archiginnasio, Bologna) coordinata dal Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura. La prima vuole approfondire i temi della situazione nazionale affrontando argomenti come l’evoluzione della legislazione forestale in Italia, la gestione delle foreste come risorsa rinnovabile, il sottobosco dei castagneti, come le foreste possono avere utili risvolti sulla salute del suolo e il sequestro del carbonio nell’atmosfera. La seconda affronta i temi della biodiversità ambientale e come questa sia monitorata sul territorio dall’Arma dei Carabinieri, la sua conservazione nelle foreste, la gestione delle acque in territorio acclivi, terminando con un focus sull’atlante dei boschi italiani.
La sessione della mattina si concluderà con la presentazione delle attività formative svolte da insegnanti e studenti dell’Istituto Superiore Arrigo Serpieri su tematiche riguardanti l’Appennino, svolte in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura e il contributo della Fondazione del Monte di Bologna di Ravenna. Al termine della presentazione la Prof.ssa Giusella Finocchiaro, Presidente Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura e il Gen. B. Fabrizio Mari, Comandante Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna consegneranno i diplomi agli studenti che hanno partecipato alle attività formative.
Le attività formative sono state supportate dalla Fondazione del Monte con un finanziamento di 55.000 euro, a sostegno del progetto “Attività formative e di orientamento per uno sviluppo socio-economico dell’Appennino”, incentrato sull’attivazione di corsi formativi e di orientamento per studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado a indirizzo agrario e agroalimentare. Il progetto, presentato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, si innesta in un percorso di investimento che la Fondazione del Monte ha attivato a sostegno dei territori della fascia appenninica bolognese e ha visto la partecipazione di 130 studenti e studentesse di 6 classi delle quarte e quinte dell’Istituto Superiore “Arrigo Serpieri” di Bologna, e delle sue sedi dislocate nelle colline e montagne bolognesi, gli istituti professionali per l’agricoltura e l’ambiente “Luigi Noè” di Loiano e “Benito Ferrarini” a Sasso Marconi. Lo sviluppo di lezioni teoriche, esercitazioni sul campo e visite guidate hanno fornito ai ragazzi, che si avviano alla conclusione del loro percorso scolastico, gli strumenti per operare una scelta professionale consapevole, nell’ottica di un futuro lavorativo che possa riflettersi positivamente sullo sviluppo delle comunità locali. Il fine ultimo del progetto è stato quello di catalizzare le capacità, la passione e lo spirito d’innovazione delle giovani generazioni verso un territorio che ha subito e continua a subire la vessazione della dimenticanza e dello spopolamento, ma che al contempo custodisce enormi potenzialità di crescita, mestieri artigiani da tramandare, antiche colture da recuperare, beni materiali e immateriali da valorizzare.