ROMA – La superficie agricola gestita in Italia in biologico, senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi, continua a crescere ma i consumi interni di prodotti biologici certificati sono fermi. E’ questa, in sintesi, la fotografia del biologico nel nostro paese presentata ieri dall’Osservatorio del SANA di Bologna e Nomisma. Le superfici coltivate a biologico in Italia hanno raggiunto nel 2023 i 2.349.880 ettari, con un incremento del 7,5% rispetto al 2021. L’incidenza della superficie agricola in biologico è così arrivata al 18,7% (+1,3% rispetto al 2021), la più elevata nell’Unione europea (dati del rapporto “Bio in cifre 2023” curato dal Sinab, il Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica). Emerge che c’è stato nell’ultimo anno un aumento significativo anche del numero di operatori biologici, 92.799 di cui 82.627 sono aziende agricole (+ 8,9% rispetto al 2021). A fronte di questo importante aumento delle superficie agricole libere da pesticidi nell’ultimo anno la crescita dei consumi dei prodotti certificati Bio si è fermata, per effetto dell’inflazione che ha ridotto il potere di acquisto degli italiani.
La spesa per prodotti alimentari è cresciuta nel nostro paese del 10,2% in valore ma è calata del 3,3% in volume. In pratica si spende di più consumando meno.
In questo contesto anche il mercato dei prodotti biologici certificati soffre, anche se meno rispetto all’andamento generale perché gli italiani non rinunciano al cibo sano. Il numero delle famiglie che hanno acquistato Bio almeno una volta nell’ultimo anno è cresciuto di 10 milioni, in particolare nella ristorazione (il 73% degli italiani ha consumato prodotti Bio fuori casa negli ultimi 6 mesi). Le ragioni di questa fedeltà degli italiani verso il biologico restano l’attenzione alla propria salute e alla tutela dell’ambiente (cambiamento climatico e perdita di biodiversità). Ma anche il biologico subisce i colpi dell’inflazione e in volume in consumi sono diminuiti a fronte di un aumento del valore della spesa. Il prezzo più elevato del biologico è diventato il primo fattore che ha frenato i consumi, nonostante il numero delle persone che scelgono prodotti liberi da pesticidi continua a crescere. Per vincere la sfida della transizione ecologica della nostra agricoltura non bastano pertanto i maggiori aiuti della Politica Agricola Comune europea a sostegno dell’agricoltura biologica e la crescente consapevolezza dei cittadini del valore aggiunto dalle esternalità positive dei metodi di produzione senza pesticidi e fertilizzanti chimici, è indispensabile che il nostro Governo sostenga con coerenza la crescita del biologico facilitando in particolare gli acquisti da parte delle categorie sociali più fragili e riducendo i costi della certificazione a carico degli agricoltori. Per questo il WWF chiede oggi al Governo di Giorgia Meloni una particolare attenzione a questi temi nella predisposizione della prossima Legge di bilancio 2024. Servono infatti misure fiscali per rilanciare i consumi riducendo i prezzi con una aliquota IVA agevolata del 4% per tutti i prodotti biologici certificati. Necessario introdurre un bonus fiscale per agevolare il consumo di alimenti liberi da pesticidi per le donne in stato di gravidanza e per i bambini, almeno fino ai tre anni di vita, per una efficace strategia di prevenzione di molte malattie croniche collegate all’esposizione ai prodotti chimici di sintesi utilizzati in agricoltura. Serve infine un credito d’imposta per le aziende agricole che decidono di intraprendere la strada della conversione al biologico per ridurre i costi della certificazione oggi completamente a carico degli agricoltori. La certificazione della filiera del biologico è una garanzia per il consumatore ma il suo costo incide sul prezzo finale del prodotto e rende l’agricoltura biologica meno competitiva rispetto all’agricoltura convenzionale avvelenata dai pesticidi. I cittadini italiani nonostante la crisi del loro potere di acquisto e gli agricoltori nonostante l’aumento dei costi di produzione, stanno confermando la loro fiducia e fedeltà al biologico, ma in questa scelta consapevole e responsabile devono essere aiutati da decisioni coerenti e lungimiranti dei nostri decisori politici.