(PRIMAPRESS) – ROMA – Le luci di Palazzo Chigi, dove si è tenuto il Consiglio dei Ministri ieri notte, si sono spente intorno alle 3 del mattino con un risultato che è quello più vicino ai desiderata del M5S e di Luigi Di Maio. La manovra approvata solo una settimana fa in Consiglio dei Ministri che nel suo testo aveva annotato “Salvo intese”, ora ha dettagli in più e tra i più evidenti risulta il carcere per grandi evasori fiscali con il carcere fino ad 8 anni. Rinviate le norme sui carte di credito e pos. Al termine di una settimana di polemiche incrociate il premier Giuseppe Conte prima sigla una tregua con Luigi Di Maio; poi, con il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, incontra una ad una le delegazioni di maggioranza; infine dopo due ore e mezza di vertice di maggioranza giunge ad una quadra sui nodi ancora aperti. Rinviati a luglio 2020 sia l’abbassamento del tetto al contante, sia le multe per chi non consente di pagare con pos, in attesa di un accordo sul calo dei costi delle commissioni delle carte di credito e della creazione di una piattaforma informatica dove far confluire tutti i dati utili al funzionamento del pacchetto anti evasione. C’è l’intesa anche sull’inasprimento del carcere per gli evasori e sulla confisca per sproporzione, sul modello di quella che si applica ai mafiosi. È previsto il carcere da 4 a 8 anni per chi evade più di 100mila euro. La stretta, che entra subito nel testo del decreto fiscale, sarà in vigore solo dopo la conversione in legge da parte del Parlamento. Dunque non è ancora detta l’ultima parola sul carcere per gli evasori, lo dice chiaramente Dario Franceschini: “Il parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze”. Il ministro Alfonso Bonafede afferma però di non temere modifiche e Di Maio festeggia l’intesa sulla norma di bandiera del M5s: “Finalmente tocchiamo gli intoccabili!”. Il provvedimento dovrà andare alle camere per la definitiva approvazione e non sono esclusi colpi di scena.
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