(PRIMAPRESS) – ROMA – “L’opportunità di produrre dati salienti rappresenta un passo decisivo per la gestione consapevole di informazioni fondamentali per la salute umana. Perché le risorse dati diventano significative solo se progettate, organizzate e coordinate con l’obiettivo di tracciare in maniera rappresentativa tutti gli aspetti utili alla valutazione dei fenomeni implicati, dalla loro distribuzione sul territorio, alla eziologia, alla risposta ai trattamenti, alla collezione di informazioni associate. Perciò va favorita un’azione concertata e diffusa sul territorio italiano che includa tutte le problematiche associate, da quelle mediche a quelle sociali a quelle economiche”. E’ questo il commento di Antonio Scala, ricercatore dell’Istituto per i Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Presidente della società scientifica Big Data in Health Society, alla notizia annunciata ieri dal MInistro della Salute, Roberto Speranza dell’avvio di nuovi progetti di ricerca per la lotta al cancro. Tra questi, anche una grande banca dati nazionale che consentirà di centralizzare tutte le informazioni delle cosiddette analisi -omiche dei pazienti degli IRCCS, come annunciato nella stessa occasione da Ruggero De Maria, presidente della Rete Oncologica Nazionale.Le fondamentali priorità che la Rete Oncologica Nazionale si propone, possono rappresentare un tassello per mettere a fattor comune dati provenienti dai “clinical trials” al fine di comprendere il risultato di sperimentazioni cliniche su ogni singolo paziente anche in correlazione con altri dati di pazienti su base nazionale ed internazionale, mediante l’organizzazione di banche dati opportunamente condivise. L’obiettivo è sempre quello di rendere i Big Data for Health interagibili, riutilizzabili e integrabili con altre risorse dati, per consentire di ottenere risposte diversificate alle molteplici problematiche associate.
“Progettare l’organizzazione di dati e metadati in maniera utile e lungimirante – interviene Maria Luisa Chiusano, dell’Università Federico II di Napoli, membro di Big Data in Health Society ed esperta di bioinformatica e di sviluppo di banche dati biologiche – e’ una continua sfida nell’ambito della salute. Queste sfide vanno affrontate condividendo esperienze e strategie da settori distinti e differenti, coordinandosi con iniziative internazionali per favorire approcci innovativi e l’individuazione di relazioni rilevanti, spesso inattese, in merito ai fenomeni in analisi. Al di là degli imprescindibili risvolti scientifici, lo sviluppo e la condivisione di banche dati e’ ormai un dovere nazionale da perseguire raccogliendo informazioni in modo capillare sul territorio, dalla comprensione degli effetti determinati da stili di vita e alimentazione, dalla stessa qualità degli alimenti, dalle relazioni con l’ambiente e le sue variazioni, offrendo strumenti per analisi comparative non solo al mondo scientifico, ma anche agli esperti di settore, ai decisori politici, alle imprese, al cittadino”.“Mi auguro davvero – conclude il presidente Antonio Scala – che si sappiano cogliere queste opportunità di innovazione offerte dalla gestione integrata dei dati, come spunti fondamentali per stabilire sinergie efficaci ed un profondo rinnovamento delle strategie nazionali per la tutela della salute e del territorio”.
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