MILANO – Gli eventi avversi con l’utilizzo della tossina botulinica? Si manifestano in percentuali trascurabili, spesso si tratta di inefficacia del farmaco e non di danni alla persona.
Se ne è parlato al 24esimo Congresso mondiale di dermatologia che raduna a Milano circa 20 mila medici dermatologi da tutto il mondo (un prestigioso appuntamento che proprio per la sua eccezionalità si ripete ogni quattro anni).
Tra i relatori del Congresso, Maurizio Benci, socio fondatore di AITEB (Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino) ha approfondito appunto il tema della possibilità che la tossina possa dare reazioni avverse durante l’uso sia su patologie che nei trattamenti estetici.
“L’unico sistema che rileva efficacemente gli eventi avversi è il FAERS approntato dall’FDA americana – spiega il dottor Benci – Questo sistema di registrazione ha contato 30.000 eventi dal 1994 al 2018, sembrerebbero moltissimi, ma se si stima che solo nel 2015 sono stati eseguiti oltre 20 milioni di trattamenti esclusivamente cosmetici, la cifra di 30.000 eventi avversi risulta un numero trascurabile”.
La maggior parte di questi eventi, precisa Benci, è stata inoltre registrata per l’inefficacia del farmaco, ma non per danni alla persona. Le controversie legali intentate per danni da tossina botulinica negli Stati Uniti nel periodo dal 1985 al 2012, sarebbero state soltanto 24 a fronte di 6,5 milioni di trattamenti. Aggiunge il dermatologo socio AITEB: “Questo non vuol dire che l’uso della tossina non sia scevra da effetti collaterali. Spesso le reazioni avverse descritte in letteratura sono dovute a precauzioni inadeguate, tecniche di iniezione imprecise o l’iniezione di soluzioni diluite in modo inappropriato, e quindi la tossina botulinica rimane un farmaco che richiede moltissima esperienza, accurato training e perfetta conoscenza delle linee guida così da ridurre le reazioni avverse”.