(PRIMAPRESS) – ROMA – L’apolidia costituisce una violazione dei diritti umani che interessa milioni di persone in tutto il mondo. Tale condizione ostacola l’accesso a diritti fondamentali dati solitamente per scontati, contribuendo così a rendere invisibili individui e intere comunità e a emarginarli dal resto della società.
Le persone apolidi sono presenti anche all’interno dell’Unione Europea, dove la privazione di una nazionalità può costituire una barriera insormontabile al conseguimento di un’istruzione, alla possibilità di prendere in affitto una casa, alla registrazione di una proprietà, all’ottenimento di un’occupazione regolare, all’accesso incondizionato ai regimi sanitari e di protezione sociale, alla libertà di movimento o di formare una famiglia.
Queste difficoltà emergono con chiarezza nel report L’impatto dell’apolidia sull’accesso ai diritti umani in Italia, Portogallo e Spagna, realizzato dall’Ufficio Regionale dell’UNHCR per il Sud Europa e presentato oggi alla Casa del Cinema di Villa Borghese nell’ambito di un’iniziativa aperta al pubblico per marcare il quinto anniversario della campagna globale #IBelong dell’UNHCR, che si pone l’obiettivo di porre fine all’apolidia entro il 2024.
Basandosi su testimonianze di apolidi, persone a rischio di apolidia, ex apolidi, società civile in Italia, Portogallo e Spagna, il report descrive l’impatto concreto prodotto dall’apolidia sulla vita quotidiana delle persone interessate, rivelando come questa possa generare problematiche che impediscono loro di realizzare pienamente il proprio potenziale e di svolgere un ruolo attivo nella società.
“Le persone apolidi non chiedono altro che gli stessi diritti di cui godono tutti i cittadini,” ha dichiarato Roland Schilling, Rappresentante Regionale UNHCR per il Sud Europa. “Eppure spesso sono vittime di una discriminazione radicata e della negazione sistematica dei propri diritti. E noi come UNHCR abbiamo il mandato conferitoci dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di prottegerle.”
La presentazione del report, prevista alle ore 19, sarà seguita da un dibattito con l’avvocato Paolo Farci, esperto di apolidia e membro del Tavolo Apolidia, e alcune delle persone apolidi che hanno contribuito alla realizzazione del rapporto. In seguito è prevista la proiezione del documentario I am Rohingya – A genocide in Four Acts, prodotto da Innerspeak Media.
Vi sono almeno 3,9 milioni di apolidi noti nel mondo, ma si stima che il numero reale sia significativamente più elevato, anche perché le statistiche sull’apolidia sono disponibili solo per un terzo degli Stati a livello globale.
Nei primi cinque anni di #IBelong, lanciata dall’UNHCR nel 2014, più di 220.000 apolidi hanno acquisito la cittadinanza. Inoltre, durante una recente riunione sull’apolidia organizzata dall’UNHCR a Ginevra oltre 85 attori fra governi, società civile e organizzazioni internazionali e regionali hanno assunto un numero senza precedenti di impegni volti a raggiungere l’obiettivo della Campagna di sradicare l’apolidia in modo definitivo. – (PRIMAPRESS)