ROMA – Dall’inizio dell’anno sono state 28 le tartarughe marine ritrovate sulle spiagge dagli operatori del Centro di recupero tartarughe marine WWF di Policoro, tutte della specie Caretta caretta. Di queste 28, dieci erano vive, ma tutte in difficoltà: cinque avevano avuto interazioni con attrezzi da pesca, una ingerito plastica, mentre le altre quattro erano debilitate.
Nuovi progetti per monitorare e mettere in sicurezza i nidi di tartarughe marine
Dall’inizio di giugno più di centro fra operatori e volontari del WWF sono sulle spiagge di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Toscana per individuare e mettere in sicurezza i nidi delle tartarughe marine. Il progetto Tartarughe marine del WWF Italia, attivo da ormai 20 anni, ha permesso di censire decine di nidi e di individuare le spiagge più sensibili per la nidificazione delle tartarughe in Italia. Quest’anno, oltre il progetto Life Euroturtles, che per il terzo anno si svolge in collaborazione con altri cinque paesi del Mediterraneo, è stato avviato TartAmar Calabria, un nuovo progetto (finanziato dalla Regione Calabria con fondi del Piano Operativo Regionale 2014-2020), che prevede il monitoraggio delle coste dell’alto Tirreno e Ionio cosentino, non solo attraverso il pattugliamento mattutino delle spiagge, ma anche mediante l’uso di droni, bici elettriche e, in via sperimentale, anche con una vela a motore. L’11 giugno Malcom Deodati dell’ASD Parapendio Pizzo Tandem Fly, ha dato via al progetto volando sul tratto di costa da Scalea a Diamante: attraverso una videocamera gopro collocata sul suo casco, gli operatori del progetto hanno monitorato le spiagge alla ricerca delle tracce di tartarughe marine. Stanno per partire anche i campi di volontariato WWF, che prevedono attività di salvaguardia delle tartarughe marine nei centri di Policoro, Torre Guaceto, Torre Salsa, Crotone. Il WWF non solo è impegnato nella tutela dei lidi, ma anche in tantissime attività di recupero e cura delle tartarughe marine, che vengono realizzate nei centri di recupero di Molfetta, Torre Guaceto, Policoro, Capo Rizzuto e di Massa, da numerosi attivisti.
Anna, la tartaruga marina imprigionata in una lenza
Lo scorso primo maggio, un sub si era immerso nelle acque di Torre Borraco (Manduria in provincia di Taranto), quando si accorge che una grande tartaruga era trattenuta sul fondo da una lunga lenza da pesca. Vengono subito allertati la Guardia Costiera e il Centro Recupero Tartarughe Marine WWF di Policoro che, grazie all’organizzazione progettuale “Golfo di Taranto e Tirreno Meridionale”, attivano i collaboratori presenti nell’area salentina, predisponendo il recupero con personale veterinario e biologi marini. L’intervento del gruppo Lega Navale sezione di Colimena è tempestivo: con l’aiuto del sub, la Caretta caretta viene liberata dalla lenza che la teneva imprigionata e portata sulla terra ferma, dove riceve i primi soccorsi e viene stabilizzata grazie alle cure di Gianluca Cirelli e Gaetano Perrone del Centro Recupero Tartarughe Marine di Policoro e in presenza del sindaco di Maruggio Alfredo Longo, del dottor Franco Dirigente dell’Asl n°1 di Taranto. La malcapitata tartaruga, lunga 75 centimetri e del peso di 56,6 chili, viene poi trasferita con urgenza al Centro WWF per le successive indagini veterinarie e stabulata nelle grandi vasche. Anna- questo il nome che è stato scelto per lei- è davvero bella e forte: ha resistito alla trappola mortale della lenza, ma la sua disavventura non è finita. I veterinari si accorgono che la tartaruga aveva subito gravi danni da costrizione sugli arti anteriori e sul collo. Inizia così una nuova lotta contro il tempo: la Caretta caretta viene portata alla Sea Turtle Clinic DMV nell’Università degli Studi di Bari, dove il professor Di Bello e il suo team fanno ulteriori accertamenti. Le due pinne anteriori di Anna presentavano gravi lesioni e rischio necrosi dovuto a un irregolare flusso sanguigno, confermato per l’arto sinistro, che le è stato amputato da parte dell’equipe chirurgica del dipartimento di veterinaria di Bari. L’operazione è andata a buon fine e ora Anna è di nuovo al Centro Recupero del WWF a Policoro per ricevere le cure utili al suo totale recupero. Nonostante sia priva di una pinna, appena si sarà ripresa del tutto, Anna potrà di nuovo nuotare libera in mare, e forse, un giorno, tornare sulla spiaggia in cui è nata per deporre le sue uova, come accade regolarmente in questo periodo per molte altre tartarughe lungo le coste italiane.
Domani domenica 16 giugno sarà la Giornata Mondiale delle tartarughe marine, ma il WWF lavora ogni giorno per la tutela di quest specie. Per sostenere le attività e i progetti finalizzati alla salvaguardia delle tartarughe marine, ognuno di noi può fare un’adozione tramite QUESTO link. Un semplice gesto può fare la differenza.