VENEZIA – Il primo workshop europeo preparatorio al ‘Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile’ si tiene dal 21 al 23 gennaio presso la sede Unesco di Venezia, organizzato dalla Commissione Oceanografica Italiana (COI), dall’Intergovernmental Oceanographic Commission–IOC dell’UNESCO, dalla Commissione Europea, UNEP/M e Commissione internazionale per l’esplorazione scientifica del Mediterraneo. La COI– composta da CNR, CoNISMa, DPC, ENEA, IMM, INGV, ISPRA, OGS, SZN e CMCC, è il ‘National Coordination Body’ dell’IOC. L’Italia è fortemente impegnata nelle attività e nei programmi IOC. I dati raccolta della COI pongono il nostro Paese al sesto posto a livello mondiale nella ricerca marina, grazie al lavoro di 2.170 ricercatori, e al decimo posto a livello mondiale (e al quinto europeo) per i risultati scientifici
La COI-Commissione Oceanografica Italiana, ospitata dal Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche, ha il compito di assolvere le funzioni di ‘National Coordination Body’ previste dallo Statuto dell’Intergovernmental Oceanographic Commission–IOC dell’UNESCO. Partecipano alla Commissione – oltre al Cnr – Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra), Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare (Conisma), Dipartimento della protezione civile (Dpc), Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente (Enea), Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), Istituto idrografico della marina (Imm), Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs), Stazione zoologica Anton Dohrn (Szn), Servizio meteorologico dell’aeronautica (Am).
La ricerca marina e le politiche di sviluppo sostenibile delle attività economiche legate al mare rivestono una grande importanza per l’Europa e il nostro Paese. I dati del rapporto nazionale raccolti dalla COI e presentati al GORS-Global Ocean Science Report (https://en.unesco.org/gosr) hanno permesso di fotografare l’investimento del nostro Paese in questo settore: l’Italia è al sesto posto a livello mondiale nella ricerca marina, grazie al lavoro di 2.170 ricercatori, e al decimo posto a livello mondiale (e al quinto europeo) per i risultati scientifici.
L’Italia è fortemente impegnata nelle attività e in molti programmi IOC, quali ad esempio il GOOS (Global Ocean Observing System) che ha l’obiettivo di realizzare il sistema osservativo globale degli oceani. Inoltre, partecipa allo sforzo europeo di oceanografia operativa ed è uno dei principali attori della realizzazione del servizio di monitoraggio e previsione dello stato degli oceani globali e del Mar Mediterraneo del programma Copernicus. L’Italia, ancora, è service provider del sistema di allarme tsunami per l’area mediterranea promossa dalla IOC.
La Commissione Oceanografica Italiana, attraverso i suoi membri, sta contribuendo al già citato sviluppo della componente di osservazione degli oceani e all’implementazione del sistema osservativo dei mari italiani e del Mediterraneo. La COI, durante l’assemblea generale dell’IOC tenutosi a luglio dello scorso anno, ha lanciato la proposta di un workshop regionale dell’area mediterranea per contribuire operativamente alla roadmap per l’attuazione della ‘Decade of Ocean Science for Sustainable Development’: il ‘Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile’ dichiarato dalle Nazioni Unite dal 2021 al 2030, coinvolgendo tutti i paesi del Mediterraneo. La decade degli oceani ha individuato sei obiettivi da raggiungere entro il prossimo decennio: “Un oceano pulito” (WG 1) in cui le principali fonti di inquinamento saranno identificate, quantificate e rimosse; “Un Oceano sano” (WG 2) in cui l’ecosistema marino verrà caratterizzato in tutte le sue componenti biotiche e abiotiche, e verrà protetto; “Un Oceano predicibile” (WG 3), in cui ogni giorno sarà possibile avere informazioni sullo stato fisico-chimico e biologico del mare, comprenderne i processi e predirne il futuro, “Un Oceano sicuro” (WG 4), in cui verranno minimizzati gli impatti sulla popolazione delle sorgenti di rischio (geologico, meteorologico e ambientale) derivanti sia da processi di mare aperto che costieri; “Un Oceano sostenibile e produttivo” (WG5) in cui l’economia al mare abbia pieno sviluppo e sia coniugata con la sostenibilità ambientale; “un Oceano trasparente e accessibile” (WG 6), in cui tutta la comunità scientifica e la popolazione potrà accedere alle informazioni sullo stato dell’ambiente marino presente e futuro.
L’organizzazione in Italia di uno dei workshop regionali, il “Mediterranean workshop” in corso dal 21 al 23 gennaio a Venezia presso la sede Unesco – consentirà di rafforzare il posizionamento del nostro Paese: non soltanto negli scenari del Bacino ma anche a livello globale, mettendo a sistema le eccellenze della ricerca e il ruolo di leadership in alcune delle principali iniziative di cooperazione internazionale in essere. L’evento è preceduto dal workshop della azione pilota del progetto BlueMed, coordinamento CNR, “A Plastic-free Healty Mediterranean Sea” che ha l’obiettivo di affrontare l’emergenza plastiche Mediterraneo e di definire il contributo di BluMed al WG 1 “Un Mediterraneo pulito”.
Durante gli ultimi 4 anni, sotto la presidenza CNR, la Commissione Oceanografica Italiana, oltre a fornire il proprio expertise sui programmi dell’Intergovernmental Oceanographic Commission, ha svolto azioni specifiche in risposta alle richieste/raccomandazioni della IOC, ottenendo i seguenti risultati:
• stesura di un accordo per la costituzione di un Comitato nazionale per la gestione e condivisione dei dati oceanografici, che vede la partecipazione di tutti gli Enti della COI. Tale accordo recepisce le raccomandazioni dell’IOC/IODE (International Oceanographic Data and Information Exchange), tiene conto dello stato dell’arte della gestione dei dati oceanografici in Italia e propone un disegno di sistema distribuito di accesso ai dati a cui tutti gli Enti partecipino sotto l’egida COI. L’implementazione dell’accordo permetterà all’Italia di partecipare a pieno titolo all’obiettivo dell’”oceano trasparente”, che è l’obiettivo del WG6;
• stesura di un “Scientific statement on climate change”, che il Ministero dell’Ambiente ha presentato alla COP 21;
• partecipazione di alcuni membri COI al Gruppo di lavoro italiano designato dal MIUR per la stesura del documento G7 “Future of the Ocean and the Sea”, la cui prima versione è stata approvata durante la presidenza italiana dai Ministri della ricerca scientifica;
• l’elezione dell’Italia al Comitato esecutivo dell’IOC dopo dieci anni di assenza.