MILANO – Nell’era del 5G e dell’IoT, che si prevede guideranno grandi cambiamenti nei prossimi anni, l’Edge sta assumendo un’importanza sempre più critica.
Spesso definito come “ultimo miglio”, l’Edge rappresenta la parte di Internet più ‘vicina’ agli utenti finali, ponendosi tra i data center cloud e i miliardi di dispositivi presenti nelle case, negli uffici o sulle reti mobile. Oltre a fornire vantaggi in termini di scalabilità e prestazioni, con il giusto design l’Edge offre alle aziende di qualsiasi settore – dai media, alla finanza fino al retail – maggior sicurezza e vantaggi.
La piattaforma Edge di Akamai, ad esempio, consiste in centinaia di migliaia di server ospitati in 4.000 sedi in oltre 1.000 città di 140 Paesi. Situata vicino a miliardi di utenti e dispositivi, è progettata per ottimizzare la delivery di contenuti web e multimediali ed eseguire tutti i tipi di applicazioni web. Inoltre, fornisce una protezione di sicurezza grazie a sistemi di difesa ottimizzati per i servizi e le applicazioni che supporta.
In che modo l’Edge può fare la differenza?
La capacità all’Edge sta crescendo rapidamente. In molte città, le connessioni a banda larga nelle case e negli uffici hanno una capacità pari a decine o centinaia di Mbps (e, in alcune città, anche Gbps) e supportano facilmente lo streaming video di alta qualità e grandi download di software. Secondo gli esperti di Akamai le connessioni last-mile a banda larga in tutto il mondo hanno raggiunto una capacità di accesso all’Edge di circa 40.000 Tbps, le connessioni cellulari aggiungono altri 10.000 Tbps di capacità e si prevede che aumenteranno ulteriormente con il 5G.
Al core della rete Internet, invece, dove si incontrano i grandi data center cloud e i provider, si registrano solo poche centinaia di Tbps di capacità per le reti di accesso. Questo squilibrio crea delle discrepanze nel momento in cui centinaia di milioni di utenti vogliono guardare video (o lavorare). Infatti, man mano che più persone si connettono o interagiscono con altri servizi cloud, il core diventa congestionato o si creano colli di bottiglia nei punti di scambio del traffico tra data center e utenti finali.
Le importanti interruzioni dello streaming che hanno colpito alcuni Paesi l’anno scorso durante la Coppa del Mondo restituiscono un’immagine reale di questo problema. I dati mostrano, infatti, che i data center cloud in alcune regioni non hanno retto il numero di richieste e, come risultato, gli spettatori non hanno potuto seguire la partita. Anche gli attacchi Denial-of-service possono avere conseguenze simili, intromettendosi nel traffico legittimo degli utenti. La buona notizia è che gestire la delivery del traffico direttamente all’Edge può risolvere queste criticità, sfruttando la maggiore capacità a disposizione.
Come cambierà l’Edge con 5G e IoT?
Gartner stima che entro il 2022 più della metà di tutti i dati aziendali sarà creata ed elaborata al di fuori dei tradizionali data center cloud[1], mentre oggi questi dati rappresentano meno del 10% delle risorse a disposizione.
Il 5G migliorerà le prestazioni all’Edge, garantendo una latenza più bassa, un rendimento più alto e supportando la connessione simultanea di molte più persone e dispositivi. Il 5G abiliterà anche innumerevoli, nuove app espandendo ulteriormente l’utilizzo di Internet e generando volumi di traffico più intensi: gli utenti si aspetteranno quindi di fruire di un’esperienza ancora migliore. Con l’Edge nel 5G potranno contare su applicazioni più robuste, scalabili e convenienti.
Dai veicoli autonomi, che non possono affidarsi a cloud distanti per la prevenzione degli incidenti, agli smart glass per la realtà aumentata che possono contare su una batteria limitata, sono innumerevoli le applicazioni IoT che dovranno fare affidamento sull’Edge e sulla disponibilità di dati a pochi millisecondi di distanza per garantire un accesso in tempo reale e offrire una user experience all’altezza delle aspettative.
La necessità di grandi data center centralizzati che gestiscano massicci set di dati, AI machine learning e librerie di contenuti in costante espansione continuerà a crescere. Allo stesso tempo, però, la connettività guiderà la domanda di data center e la decentralizzazione della rete spingerà i mercati dei data center in direzioni diverse. Queste esigenze differenti creeranno una gerarchia di capacità costituita da data center centrali e regionali, micro Edge e capacità virtualizzate. Emergerà anche il bisogno di costruire nuove opzioni di deployment flessibili che consentano una distribuzione più dinamica delle risorse e della rete. E naturalmente, in questo contesto diversificato, sarà sempre più prioritario tenere in considerazione le preoccupazioni per la sostenibilità, che sorgono ovunque ci siano grandi concentrazioni di infrastrutture.
In definitiva, l’impatto del 5G sarà paragonabile a quello che abbiamo visto con l’avvento della banda larga. Amplificherà la necessità di una piattaforma Edge intelligente, poiché tutto il nuovo traffico metterà ancora più a dura prova il core della rete e aumenterà lo stress sui data center cloud che offrono i contenuti. Per Akamai, dopo aver definito l’Edge e l’intelligence necessaria a mantenerlo stabile, sicuro e performante, il prossimo passo consisterà nel ridefinirlo alla luce di 5G e IoT. Akamai ha una lunga esperienza alle spalle nel fornire le esperienze di alta qualità che gli utenti richiedono in occasione di eventi globali in diretta streaming come la Coppa del Mondo, grandi lanci di contenuti di richiamo mondiale e aggiornamenti software che richiedono un’ampia larghezza di banda e continuerà a investire nell’innovazione per supportare tutti i nuovi requisiti e casi d’uso dell’Edge nella nuova era dell’iper-connessione.