FERRARA – Sono oltre 100 gli studenti dei licei Ariosto e Roiti e i cittadini volontari che, da questa mattina, sono coinvolti negli scavi archeologici sulle tracce dell’antica delizia di Belfiore, scomparsa a seguito di un incendio nel 1632 e originariamente collocata nell’attuale area, di circa un ettaro e mezzo, a nord ovest dell’ultimo tratto di corso Ercole I d’Este.
A dare il via al progetto – con i primi studenti dell’Ariosto e cittadini volontari – sono stati il sindaco Alan Fabbri e l’assessore Dorota Kusiak, con la funzionaria del Ministero della Cultura Chiara Guarnieri, gli archeologi Flavia Amato e Maurizio Molinari e il Gruppo Archeologico Ferrarese. Tutti hanno indossato, e indosseranno durante le sessioni di lavoro, la maglia con il nome del progetto – “Che delizia Belfiore” – e il logo realizzato appositamente, elemento di una campagna di comunicazione pensata ad hoc per documentare le fasi dei lavori e la diffusione dei risultati a cui le ricerche porteranno.
Inizia così – dopo un periodo di formazione tra i banchi e la ‘chiamata’ ad aderire rivolta ai cittadini – l’iniziativa di archeologia partecipata ideata e diretta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con il sostegno del Comune, che ha investito, a tal fine, 37.500 euro. “E’ una giornata importante per la nostra città: prende forma un progetto che ha i caratteri della novità assoluta, non solo a Ferrara, in cui abbiamo creduto fortemente, investendo risorse concrete, in un percorso che durerà tre anni. E’ un’emozione constatare l’ampio e attivo coinvolgimento di tanti giovani e cittadini, animati dalla passione e dalla voglia di imparare e scoprire nuovi elementi legati alla storia di questo luogo ‘perduto’ dalla grande importanza storica. La città si mette sulle tracce della propria storia, ponendo le basi – col coordinamento di archeologi professionisti – per nuove scoperte. Grazie a questa grande squadra”, ha detto il sindaco Alan Fabbri. Ieri lo spazio in cui sorgeva la vecchia Delizia estense è stata ‘aperta’ con un mezzo meccanico, per la rimozione dello strato di riporto accumulatosi in epoca moderna. Sono così state create due aree, individuate sulla base delle prospezioni preliminari con georadar e magnetometro, realizzate questa estate da un’equipe internazionale di archeologi e tecnici. In una di queste lavoreranno i cittadini volontari, nell’altra gli studenti. La rimozione della porzione superficiale di terreno ha consentito di raggiungere i primi strati archeologici, da pulire e documentare, per poi scendere ulteriormente, in successivi livelli di ricerca. Giovani e cittadini volontari utilizzano per gli scavi piccoli attrezzi, il terreno si presenta con consistenza friabile.
Una fase – sottolineano gli archeologi – determinante sotto il profilo topografico. “E ‘ una bellissima giornata: per la prima volta a Ferrara cittadini e studenti scavano in un sito di importanza storica enorme – ha detto la dottoressa Guarnieri -. Dopo studi e rilievi preliminari confidiamo nel fatto che i risultati ci diano ragione. In questa fase abbiamo bisogno di vedere se i risultati delle prospezioni preliminari sono confermati. Per gli studenti è, anche e soprattutto, una esperienza formativa: da oggi saranno partecipi di un grande lavoro di squadra”. Il progetto, sostenuto dal Comune, è stato ideato e diretto dalla Soprintendenza, con la collaborazione del Gruppo Archeologico Ferrarese e con l’apporto del licei ferraresi Roiti e Ariosto. La Provincia di Ferrara garantisce le autorizzazioni agli scavi su suolo di proprietà e il proprio patrocinio. Le recinzioni dell’area sono a cura del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. A seguire l’evento, questa mattina, c’erano anche i giovani di StudenTg, il telegiornale delle scuole Einaudi, nato da un’idea del professor Pietro Benedetti per stimolare gli allievi a comunicare con gli studenti, interni ed esterni alla scuola, con argomenti vari di attualità e di loro interesse.