(PRIMAPRESS) – ROMA – Dopo gli scontri politici di questi giorni e l’intenzione di recesso anche con un atto già presentato al Tribunale di Milano da parte di ArcelorMittal, domani alle 15 una riunione presso il Ministero dello Sviluppo Economico, potrebbe chiarire quali scenari si apriranno prossimamente. Al tavolo convocato dal ministro Patuanelli oltre ai sindacati di Fim, Fiom e Uilm, ci dovrebbe essere anche l’Ad di Mittal Italia, Lucia Morselli. Ma la sua presenza non è del tutto scontata. Sotto il ministero domani sono previsti dei presidi di lavoratori che, secondo quanto dichiarato da rappresentanti dello stabilimento dell’ex Ilva, resteranno attivi fino all’arrivo di uno straccio di accordo.
Arcelor il prossimo 26 novembre sembrerebbe intenzionata a fermare il Treno nastri 2 a Taranto. Da Napoli intanto – al Forum Pa Sud – il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo dice: “Stiamo mettendo in campo tutte le opzioni possibili, ovviamente la cosa a cui teniamo sono i livelli occupazionali”. Bellanova: “Qui si gioca con la vita di 20mila famiglie” “Sull’ex Ilva, noi di Italia Viva avevamo detto che si dovevano rispettare i patti. Si doveva andare avanti con l’immunità che era nei patti firmati dal ministro Di Maio – ha detto la ministra Teresa Bellanova –
Qui si gioca con la vita di 20mila famiglie, si parla di lavoratori e delle loro famiglie. C’è chi prima ha contestato, poi ha votato delle norme, poi le ha rimesse in discussione. Lì negli anni sono stati prodotti disastri. Ora bisogna andare avanti con piano ambientale, piano industriale e salvaguardia dei posti di lavoro. Non metto in discussione il Governo, ma sento di aiutare il Governo e rivendico anche il diritto di dare un contributo sulle cose da fare. Ora tutti ci si sta interrogando su come risolvere la questione, ma stiamo dando l’impressione di un Paese non credibile e chi vuole investire da noi si spaventa”.
Insomma è proprio questo clima di contrastanti posizioni politiche che non lascia intravedere ancora una soluzione peraltro sollecitata anche dalla Confindustria di Taranto e da Federacciai. Per i due organismi la preoccupazione è che la china che ha preso la vicenda potrebbe poter sparire il polo dell’acciaio e questo sarebbe un grave danne per tutto il paese. E sono le stesse federazioni a parlare di preservare il rapporto con il gruppo franco-indiano che rappresenta di fatto uno dei maggiori player internazionali sulla scena della produzione dell’acciaio e ficcarsi in surrogati di attività produttive non è una soluzione vincente come del resto è stata bocciato qualsiasi intervento di nazionalizzare l’ex Ilva per ricadere in situazioni fallimentari già viste in passato.
– (PRIMAPRESS)