(PRIMAPRESS) – ROMA – Prima Conte e poi il presidente Mattarella hanno sollecitato l’unità del Paese per risolvere la questione dell’Ex Ilva che sembra però un’operazione difficile. Non solo per la posizione assunta dal Gruppo franco-indiano ribadita ieri in una conference call internazionale dal suo presidente Lakshmi N.Mittal: “In Europa stiamo tagliando la produzione perché non facciamo soldi”. Una dichiarazione che racchiude il motivo principale della volontà del gruppo siderurgico di abbandonare l’Italia e che prescinde la polemica tutta italiana sullo “scudo penale”. Oggi 8 novembre è il giorno dello sciopero,nello stabilimento di ArcelorMittal a Taranto. Uno sciopero di 24 ore promosso da Fim, Fiom e Uilm che arriva dopo gli atti di recesso del contratto e la dichiarazione di 5mila esuberi. Il gruppo dell’acciaio si è già mosso anche per vie legali nel recesso formalizzando l’atto di citazione verso i commissari di Ilva, al Tribunale di Milano. Non è escluso, dunque, che potrebbe aprirsi un lungo contenzioso che non promette nulla di buono. E la sensazione è che la politica italiana, divisa tra cronistoria e distingui di parte di come si sia arrivati a questo epilogo, non potrà fornire soluzioni per gli oltre 15 mila dipendenti dell’ex Ilva. – (PRIMAPRESS)