(PRIMAPRESS) – ROMA – La lunga notte delle sorti dell’ex Ilva a Palazzo Chigi, di fatto, hanno il sapore di qualcosa già scontato negli esiti. Le sfiancanti quattro ore di trattativa tra il premier Giuseppe Conte con i ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Stefano Patuanelli (Mise) ed i proprietari del gruppo siderurgico Franco-indiano, ArcelorMittal , hanno concesso, a Lakshimi Mittal ed il figlio Aditya, tutto quello che i proprietari del colosso siderurgico avevano già chiesto.Comprensibili le prime dichiarazioni di un visibilmente stanco Conte all’uscita della riunione: “Non abbiamo incassato nessun grande risultato”. Poi la breve conferenza stampa ne chiarisce i contorni. “I signori Mittal si sono resi disponibili ad avviare immediatamente una interlocuzione volta a definire un percorso condiviso sul futuro delle attività dello stabilimento ex Ilva”, scrive Palazzo Chigi in un comunicato. Poi Conte parla di “mutata disponibilità” ed incalza, “grande apertura”. Dunque che cosa ha convinto Arcelor Mittal (al netto dell’entrata a gamba tesa della magistratura), a non chiudere gli altiforni o peggio a fare le valige?Sul tavolo della trattativa l’esecutivo ha messo: un decreto ad hoc per il “cantiere Taranto” che tra i punti principali prevede: il ripristino dello scudo penale, una revisione del canone d’affitto e il coinvolgimento di società pubbliche, in cambio di garanzie occupazionali, cioè salvare quei probabili 5 mila esuberi che ArcelorMittal aveva individuato come una “passività” stante il calo del fatturato.L’obiettivo, dunque, è giungere presto a un accordo. E “per consentire che questo processo possa attuare un piano ecologico con tecnologie pulite, dobbiamo assicurare un rinvio dell’udienza del procedimento cautelare d’urgenza del 27 novembre” davanti al Tribunale di Milano a seguito del ricorso dei commissari, spiega il premier. “Chiederemo breve dilazione dei termini processuali lasciando in pregiudicato qualsiasi diritto di difesa”. Probabilmente si arriverà fino a Natale. Ma, precisa Conte, “siamo disponibili a concedere questo differimento, a condizione che Mittal assicuri il regolare funzionamento impianti e la continuità produttiva anche in questa fase negoziale”. – (PRIMAPRESS)