MILANO – È stato brevettato il primo algoritmo in grado di calcolare il rischio metastatico del tumore al seno ti tipo “triplo negativo”.
Il progetto è nato da alcuni ricercatori del Centro della Complessità e Biosistemi e fondatori di Complexdata, spin off dell’università Statale di Milano, insieme alla docente di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche ambientali Caterina La Porta e Stefano Zapperi e Francesc Font-Clos del Dipartimento di Fisica Aldo Pontremoli.
Il tumore al seno è la forma più diffusa di cancro tra le donne, un esempio di classificazione è in base recettori alterati (che presentano). In maniera sintetica, tre sono i tipi di recettori particolarmente importanti nella classificazione: recettori per l’ormone estrogeno (ER), quelli per l’ormone progesterone (PR) e, infine, il recettore HER2 (un gene che stimola la proliferazione cellulare). In base alla presenza o assenza di queste proteine si parla quindi, per esempio, di tumore al seno HER2-positivo, o estrogeno-positivo.
Caterina la Porta, esperta di medicina digitale, afferma che:” Nel tumore al seno “triplo negativo”, nessuno di questi recettori è presente. Diventa quindi particolarmente importante fornire al medico maggiori informazioni sulle caratteristiche biologiche di quello specifico tumore triplo negativo per poter stabilire la terapia adeguata. Ed è quindi necessario avere uno strumento che stratifichi i pazienti in base alle caratteristiche biologiche del tumore”. L’algoritmo Ariadne fornisce proprio questo tipo di informazioni.
La tecnologia utilizzata dalla piattaforma sfrutta anche l’intelligenza artificiale per calcolare il rischio di aggressività del tumore a partire dall’analisi del trascrittoma, basandosi su un campione bioptico. Il trascrittoma è considerato come l’impronta digitale” della cellula: è in sintesi l’insieme di tutti i trascritti (le molecole di RNA che consentono di produrre proteine) e tiene in conto sia della componente genomica (ereditaria) sia di quella epigenetica, influenzata dall’ambiente.
La Porta, spiega che tale componente permette alla piattaforma di generare una terapia personalizzata su ogni paziente, fornendo un grosso supporto al medico per personalizzare il tipo di terapia ed afferma, inoltre, che la scelta di tale tumore non è stata casuale, ma, rispetto ad altre forme tumorali al seno, questa è quella che al momento non ha una terapia specifica.
La sfida è quella di partire da questo primo traguardo e applicare questa tecnologia anche ad altre forme di tumore molto complesse come al polmone, stomaco e al cervello.
È impressionante come l’evoluzione della tecnologia, applicata alla medicina, ha fatto passi da gigante e può far sperare che in un prossimo futuro, malattie ritenute da sempre incurabili, come appunto il cancro, possano trovare una terapia efficace supportata da strumenti tecnologici.