BOLOGNA – La ricerca industriale chiama a raccolta la filiera automobilistica per unire le forze di accademici e aziende di livello internazionale, davanti alla sfida globale della mobilità elettrica: succede a Bologna, dove BI-REX, il Centro di competenza nazionale specializzato sul tema dei Big Data per l’Industria 4.0, organizza “LaserEMobility Workshop 2022”, insieme ad AITeM – Associazione italiana delle Tecnologie Manifatturiere, il 10 e 11 marzo, per un evento sia in presenza (via Paolo Nanni Costa, 14) che in diretta webstream.
L’appuntamento, gratuito e in modalità “phygital“, sarà dedicato alle opportunità delle applicazioni del laser in questo settore manifatturiero, come soluzione elettiva in un contesto di smart factory, per lavorazioni di precisione crescente e in quantità su scala industriale.
Con “LaserEMobility Workshop 2022” BI-REX punta a mettere ancora una volta in comunicazione la ricerca accademica con l’innovazione sul campo in ottica internazionale, favorendo il trasferimento tecnologico, con la collaborazione dei partner accademici e industriali di LaserEMobility (sezione AITeM): Università di Bologna (membro del consorzio BI-REX), Politecnico di Milano, Università Tecnica di Monaco, IMA Automation Atop, Manz Italia e Raylase.
Il seminario avrà tra i relatori anche i rappresentanti dei più famosi brand della motor valley emiliano-romagnola (Ducati, Ferrari, Lamborghini e Dallara), nonché la partecipazione di Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy, e di Stefano Cattorini, Direttore Generale BI-REX.
Il mercato delle automobili elettriche in Europa è cresciuto di oltre dieci volte negli ultimi cinque anni, arrivando quasi a una macchina su cinque vendute nel 2021 (18%), a confronto con appena l’1,5% nel 2017 e secondo le previsioni, le vetture elettriche e ibride plug-in compiranno il sorpasso su quelle a gasolio nel 2022. Non solo. Il pacchetto di proposte “Fit-for-55” adottato dalla Commissione Europea, prevede che dal 2035 in Europa non si vendano più automobili a benzina o diesel, ma solo veicoli a emissioni zero.
Ciò significa un prevedibile aumento nel numero e nella varietà dei veicoli elettrici utilizzati, nel prossimo decennio. La transizione green avrà il potenziale di favorire l’adozione progressiva di processi sempre più raffinati, competitivi e diversificati di manifattura digitalizzata. Il laser è pronto per diventare uno strumento chiave nella filiera, come tecnologia matura e sempre più accessibile.
Alle soglie di questa rivoluzione, “LaserEMobility Workshop 2022” favorirà l’incontro, lo scambio di conoscenze e la nascita di opportunità per creare sinergie tra produttori di componenti laser, integratori di sistemi e utenti finali, ossia le case automobilistiche. Una due-giorni ricca di discussioni tecniche, in cui i partecipanti potranno approfondire le dinamiche e i problemi dell’industria, confrontare le esperienze, i casi di successo, valutare le domande del mercato, le nuove soluzioni e i futuri bisogni del settore, a cui dare risposta.
Lo scenario globale attuale vede primeggiare l’industria asiatica, Cina in testa. Il Dragone concentra il 60% della produzione mondiale di automobili elettriche, ed è un produttore cinese a detenere oltre il 32% delle quote di produzione delle batterie per e-car (in Gigawattora), mentre la top ten è tutta appannaggio di operatori asiatici.
Per fare in modo che l’industria italiana ed europea non ceda ad altri attori lo sviluppo del settore, lasciando fuoriuscire capitali, investimenti, incentivi all’acquisto (700 milioni di euro per il 2022, nel Decreto Energia), competenze e quote di mercato è necessario puntare su un’innovazione che renda sostenibile il processo produttivo. La posta in gioco è di un comparto che rappresenta il 5,6% (93 miliardi di euro) del Prodotto interno lordo nel nostro Paese e vedrebbe 73mila posti di lavoro a rischio entro il 2035, proprio a causa della transizione elettrica, secondo i sindacati.
L’Italia stanzierà un fondo da un miliardo di euro l’anno nel periodo 2023-2030, ma da suddividere tra incentivi all’acquisto delle auto meno inquinanti e sostegno al settore alla riconversione dell’industria. Preoccupazioni simili in Germania, primo partner commerciale per l’export di componentistica automotive italiana, dove il governo ha varato l’estate scorsa un fondo da 1 miliardo di euro per riorientare la produzione dei veicoli termici a quelli elettrici.