MILANO – Ancora una volta Cinisello Balsamo si scopre città di ingegno, competenza e talenti. Questa mattina due giovani ricercatori di Fisica dell’Università di Bicocca associati al CNR, entrambi residenti a Cinisello Balsamo, sono venuti in visita dal sindaco per raccontare il loro progetto di ventilatore polmonare meccanico per pazienti da Covid-19, che ha preso forma in questi mesi di pandemia e li ha visti coinvolti in una gara contro il tempo alla ricerca di soluzioni utili a fronteggiare l’emergenza sanitaria, insieme ad un team di professori, scienziati, laboratori nazionali, Università e il mondo dell’industria.
Il progetto si chiama MVM (Milano Ventilatore Meccanico) e nasce dall’idea del professor Cristiano Galbiati della Princeton University e del Gssi Gran sasso Science Institute, in visita ai parenti a Milano e rimasto bloccato per il lockdown.
L’obiettivo era quello di realizzare un ventilatore meccanico per la respirazione assistita che fosse il più semplice possibile in modo da consentire una produzione su larga scala e a costi contenuti, basata su componenti normalmente disponibili in commercio.
I due giovani ricercatori cinisellesi, che normalmente si occupano dello sviluppo di strumenti per la fusione nucleare, hanno fornito il loro supporto proprio nella ricerca dei componenti.
Il progetto è cresciuto grazie al contributo indispensabile di medici, operatori sanitari, industrie e professionisti italiani. La collaborazione si è poi estesa in Canada, sotto la guida del Premio nobel Art McDonald della Queen’s University, con tre laboratori nazionali, con scienziati e università.
Lo sviluppo iniziale è stato possibile grazie ad una azienda del bergamasco, la Sapio life, Il prototipo è stato realizzato a marzo, poi testato all’ospedale san Gerardo di Monza che ha fornito un simulatore di paziente e infine certificato in America. L’industrializzazione è stata avviata da Elemaster, un’azienda di Lomagna nel lecchese.
Ora è prevista la produzione di 30mila respiratori, per il mercato nel Nord America e in Italia.
L’aspetto rivoluzionario di questo progetto è il fatto di essere stato costruito con una tecnologia open source, priva di brevetto, per facilitarne la riproduzione industriale in ogni parte del mondo. Una risposta quanto mai veloce e poco costosa per rispondere ai bisogni degli ospedali in questa emergenza sanitaria.
“Sono davvero orgoglioso di questo progetto di ricerca che vede tra i protagonisti due giovani cinisellesi, ancora un esempio dell’importante ruolo che la nostra città ha avuto nell’emergenza sanitaria. Questa realizzazione è frutto della sinergia tra mondo della ricerca, della scienza e aziende che ha permesso in tempi rapidissimi di dare una risposta a basso costo. L’intuito e la professionalità dei ricercatori italiani e delle imprese lombarde fanno la differenza e mostrano di avere una marcia in più”, questo il commento di Giacomo Ghilardi che ha invitato i due giovani ad organizzare un convegno sulla loro ricerca e sul mondo della fisica appena sarà possibile.