ROMA – Il tema della nuova campagna di vaccinazione 2022-2023, della gestione delle Regioni e del ruolo che dovranno avere le farmacie e i medici di medicina generale nell’anno della ri-partenza, è stato al centro dell’evento: “La gestione del paziente fragile nella nuova stagione vaccinale autunnale”, organizzato Edra, con il contributo incondizionato di Sanofi, che si è tenuto oggi, 13 settembre, presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico di Roma, cui hanno preso parte tra gli altri, Walter Ricciardi, Professore presso l‘Università Cattolica del Sacro Cuore d’Igiene e Medicina Preventiva, Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, Americo Cicchetti, Direttore ALTEMS, Stefania Maggi, professore presso CNR-Istituto neuroscienze dell’invecchiamento, Carlo Tascini, professore di malattie infettive Università di Udine, Roberto Tobia, Segretario di Federfarma, Elisabetta Alti, Componente rete vaccini FIMMG, Giovanni Migliore, Presidente Fiaso, Mario Nieddu, Assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Antonio Gaudioso, Capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute, Carlo Signorelli, Professore Ordinario di Igiene e sanità pubblica, Università Vita-Salute, San Raffaele di Milano.
In un periodo storico come quello attuale, che si avvia verso una dimensione di «new normal», che continua ad essere segnato dall’emergenza pandemica e con la nuova stagione influenzale alle porte, è indispensabile discutere e individuare una nuova governance che si ponga tre principali obiettivi: garantire una protezione ottimale del cittadino, soprattutto se considerato paziente fragile; facilitare lo svolgimento delle campagne di vaccinazione; e individuare una linea di indirizzo che veda nel territorio un punto di riferimento per l’efficace co-somministrazione dei vaccini.
La pandemia di SARS-CoV-2 ha contribuito a far progredire la ricerca e lo sviluppo di vaccini sempre più efficaci, versatili e sicuri e ad affermare il vantaggio di quelli di nuova generazione, come il vaccino proteico adiuvato. La comprovata sicurezza del vaccino antiinfluenzale consente la co- somministrazione con il vaccino anti Covid-19. Questa combinazione permette di aumentare la copertura vaccinale contro entrambe le infezioni e ha evidenti vantaggi logistici e di riduzione dei costi. Inoltre, le esigenze emerse durante la pandemia hanno ridisegnato i ruoli del farmacista e del MMG evidenziando la necessità di integrare le rispettive professionalità sul territorio.
Walter Ricciardi, intervenendo all’evento ha detto: “Dopo due anni di diminuzione dell’epidemia influenzale, quello che vediamo dai dati che arrivano dall’altro emisfero, è che sarà una stagione impegnativa. Per questo è importantissimo, nella prossima stagione autunnale, fare la vaccinazione contro l’influenza e il richiamo contro il Covid. I due vaccini – ha aggiunto – possono essere co-somministrati. E’ importantissimo difendersi subito con i vaccini immediatamente disponibili.
Carlo Signorelli, nel suo intervento ha sottolineato: “Abbiamo avuto due picchi massimi di vaccinazione contro l’influenza negli anziani, nella stagione 2015, in concomitanza con la circolazione dell’influenza aviaria, e il 2020-2021, in concomitanza con la diffusione del Covid. Lo scorso anno, invece, la campagna di vaccinazione ha registrato un -7%. Ci aspettiamo per il 2021-2022 una recrudescenza dell’influenza, per questo diventa importante vaccinarsi. Inoltre, studi dimostrano che con la vaccinazione anti influenzale vi sarebbe il 14% del rischio in meno di contrarre il Covid”.
Giovanni Rezza ha annunciato che “il nuovo piano di vaccinazione sarà pronto in due giorni lavorativi, è pronto ed è alla firma del ministro. Ci aspettiamo una stagione influenzale ad alta intensità”. Riguardo il tema della co-somministrazione Rezza ha sottolineato: “E’ sicuramente un valore, diminuisce il numero delle sedute che bisogna fare. Ma non è l’unica strada. Contiamo molto sui medici di medicina generale, il loro ruolo è fondamentale. Bisogna proteggere dall’influenza e dal covid soprattutto le persone più fragili”.
Per Roberto Tobia, la farmacia ha già dimostrato il suo ruolo fondamentale. “Senza l’apporto delle farmacie il paese si sarebbe trovato in difficoltà – ha detto – I 2/3 dei tamponi effettuati durante la pandemia sono stati fatti in farmacia, così come 3 milioni di vaccini sono stati somministrati sempre dalle farmacie. La sfida del futuro è continuare su questa strada. La banalizzazione del Covid ci apre a rischi per il futuro. Bisogna ritornare ad affrontare il tema con grande attenzione”.
Elisabetta Alti, ha sottolineato l’esigenza di avere una tempistica certa nella distribuzione dei vaccini e la possibilità di scegliere il vaccino giusto per ogni paziente in base al suo quadro clinico. “L’anno scorso le regioni ci hanno consegnato i vaccini a fine novembre, quando era ormai tardi, perché l’influenza stava già arrivando e tutti erano concentrati sulla vaccinazione contro il Covid”. La Alti ha chiesto inoltre regole uguali per tutte le regioni. “In alcune regioni la vaccinazione per gli over 80 è stata affidata ai medici di base, mentre in altre i medici non potevano vaccinare”.
Per quanto riguarda le Regioni Mario Nieddu ha detto: “Chiediamo un maggiore ascolto delle esigenze regionali. In Conferenza stato regioni c’è la volontà di favorire una stretta collaborazione tra attori chiave del territorio: farmacisti, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta”.
L’impatto dell’influenza a livello mondiale è di oltre 1 miliardo di casi all’anno, con conseguenze che portano a un numero di decessi che varia fra i 290mila e i 650mila. Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) stima che ogni anno in Europa si verifichino dai 40 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza e che tra i 15.000 e i 70.000 cittadini europei muoiano ogni anno per cause associate all’influenza. Il numero di decessi attribuibili all’influenza e alle sue complicanze in Italia, prima del Covid 19, è stato di 8000 ogni anno.
Il peso economico in Europa dato dall’influenza si aggira attorno ai 6-14 miliardi € all’anno. Uno studio italiano ha stimato che nel periodo 2008-2015, in media, oltre alle 4,407 ospedalizzazioni per influenza, ci siano stati altri 15,206 casi di ospedalizzazioni attribuibili all’influenza, per un costo totale stimato €37m l’anno. Anche nel nostro Paese, quindi, la stagione influenzale ha ogni anno un significativo impatto sulla Sanità Pubblica, ed è responsabile di un elevato consumo di risorse sanitarie, dovuto principalmente agli accessi in pronto soccorso, visite mediche, utilizzo di farmaci e ricoveri ospedalieri.
Il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati alla contrazione di questo virus riguardano principalmente persone over 65. Ogni anno l’influenza in media colpisce il 9% della popolazione italiana, ma più della metà dei casi complicati di influenza si manifestano a partire dai 65 anni di età. Inoltre, 1 anziano ricoverato su 10 va incontro a disabilità permanente dopo la dimissione ospedaliera a causa di un generale declino funzionale. I pazienti anziani, dunque, sono soggetti anche a rischi a medio-lungo termine, come il pericolo di perdere l’autosufficienza funzionale, associata al peggioramento persistente di patologie co-presenti, e la richiesta in seguito di un’assistenza continuativa o istituzionalizzazione. In questo caso, come per il Covid-19, si parla di Long Flu.