ROMA – Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Sul caro bollette. “Il nostro mestiere è fare previsioni, ma in situazioni di prezzi instabili e in mercati così incerti è difficile farle -ha affermato Tabarelli-. Abbiamo avuto fiammate straordinarie per situazioni esplose con la guerra. Pertanto ci sono dei trend, questa media di gennaio è già intorno a 70, quella del mese precedente era 117, il 33% in meno. Torneremo verso 1 euro al metro cubo, non siamo più a 1,7, pertanto è un bel taglio, un taglio che peserà molto sul calo dell’inflazione, questa è musica per le orecchie dell’economia europea. E’ una dinamica a se stante, le tariffe delle bollette sono collegate a dei prezzi internazionali in cui le politiche italiane contano poco, contano qualcosa in più le politiche europee. Ha fatto parecchio più caldo del normale, abbiamo le scorte piene, la Germania ha fatto tre rigassificatori in tempi record, la domanda sta calando, i consumatori sono più attenti rispetto alla spesa e poi la Russia sta continuando ad erogare gas. Pertanto questo ha fatto respirare un po’ di più. Siamo sul mercato internazionale a 60 e anche se la normalità sarebbe 20, le bollette stanno comunque scendendo. C’è però un’altra ombra in questo tunnel che è il petrolio, che per ora è molto tranquillo, speriamo continui ad esserlo”.
Sugli stanziamenti contro il caro bollette. “Noi siamo un Paese col più grande debito statale dopo il Giappone, però serve estrema attenzione quando si fanno degli stanziamenti. Non bisogna pertanto riproporre queste misure se calano le bollette. Gli stanziamenti del governo ci sono fino a marzo e non vanno prolungati”.
Sugli accordi con l’Algeria. “Abbiamo bisogno di tutto, diversificare sulle fonti e sugli approvvigionamenti. Ben vengano le fonti rinnovabili, hanno problemi tecnici, non sono cumulabili, però sono pulite e ora costano poco. Però serve anche andare a prendere il gas dove c’è, in Libia, in Algeria. Abbiamo dei legami storici, dai tempi di Mattei. Il problema è che tutto questo gas viene a sud e non a nord dove serve, il freddo e i grossi consumi sono a nord, bisogna trasportarlo. Serve una linea dall’Abruzzo all’Emilia Romagna, che è già in programma ma ci vorrà qualche anno per sbloccarla”.