MILANO – Con l’avvento della pandemia i meeting di lavoro tramite dispositivi mobile si sono triplicati, passando dal 9% al 27%. Ma attenzione, perché nei 61 milioni di riunioni che grazie a Cisco Webex si tengono ogni mese in tutto il mondo, non tutti partecipano allo stesso modo: solo il 48% prende la parola, circostanza che suggerisce l’affiancamento di soluzioni per la collaborazione a distanza. Ad esempio sistemi di messaggistica o applicazioni che permettono di lavorare sullo stesso documento da due dispostivi mobile diversi.
E ancora: nella quasi totalità dei meeting (98%) si evidenzia la necessità di coinvolgere in maniera più efficace coloro che partecipano da remoto, per metterli allo stesso livello dei colleghi presenti in riunione. Le persone, infine, vogliono scegliere come e da dove lavorare e dunque il lavoro ibrido – cioè da remoto o in presenza, a seconda degli impegni e delle preferenze della persona – è una modalità di lavoro che fidelizza i dipendenti di un’azienda.
Sono questi soltanto alcuni dei tantissimi elementi portati alla luce dal Report trimestrale Hybrid Work Index (HWI) di Cisco, che in questa sua prima edizione ha voluto esaminare le abitudini delle persone e le loro interazioni tecnologiche con il nuovo mondo del lavoro, nonché i cambiamenti che le aziende saranno chiamate ad affrontare per garantire le stesse condizioni tra chi opera da remoto e chi in presenza.
Mentre infatti il 64% degli intervistati ritiene che la possibilità di lavorare da remoto influisce sulla decisione di restare in azienda o di cambiare lavoro, allo stesso tempo c’è molta incertezza su ciò che invece faranno i datori di lavoro: solo il 47% è sicuro che l’azienda metterà in bilancio modalità flessibili nei prossimi 6-12 mesi. Eppure la stragrande maggioranza degli intervistati concorda sul fatto che proprio la stessa flessibilità è un elemento non negoziabile.
Oltre a considerare le necessità e i desideri delle persone, intese come singole unità lavorative, la prima edizione dell’Hybrid Work Index di Cisco ha voluto accendere i riflettori sugli aspetti legati alla tecnologia, per offrire un valido aiuto alle imprese chiamate a sostenere le sfide imposte dal mondo del lavoro ibrido post-pandemia.
Prima fra tutte l’aumento delle minacce informatiche. Basti pensare che i tentativi di accesso da remoto sono quadruplicati e nel solo mese di settembre la forza lavoro ibrida è stata presa di mira da oltre 100 milioni di minacce al giorno tramite posta elettronica. Ciò sottolinea l’importanza di infrastrutture di sicurezza in grado di fornire accesso solo agli utenti appropriati, tenendoli al riparo dai criminali informatici.
Tuttavia da luglio a settembre 2021 si è verificata una crescita esponenziale dell’uso di funzionalità legate all’ Intelligenza Artificiale. Il rapporto Cisco ha rilevato un aumento addirittura del 200% nei soli mesi estivi, cosa che evidenzia senza dubbio il desiderio delle persone di migliorare il livello di coinvolgimento nelle riunioni. Qualche esempio? La richiesta di funzionalità come la soppressione del rumore, la traduzione automatica e le trascrizioni, i sondaggi e il riconoscimento dei gesti. Tutto ciò insomma che rende più semplice partecipare alla conversazione.
Ma non è tutto. Per le aziende le app di collaborazione sono essenziali per lavorare in modalità ibrida: quelle per la collaboration sono al primo posto tra le app più considerate dai team IT di tutto il mondo, ancor più dell’accesso sicuro e delle applicazioni per la produttività, maggiormente valutate all’inizio della pandemia e durante il passaggio al lavoro a distanza.
Quanto infine alla ripresa del lavoro in presenza, i dispositivi che si collegano alle reti Wi-Fi in ufficio sono aumentati del 61% rispetto a sei mesi fa, in particolare nel mondo dell’Istruzione Superiore, nel settore dei servizi professionali e in quello dell’hospitality.