MILANO – L’emissione di gas serra di origine antropica, principale causa delle modificazioni del clima, continua ad aumentare di anno in anno, ma il tasso di incremento, dal 2010 al 2019, è in diminuzione rispetto al decennio precedente. È questa la principale novità contenuta nel VI Assessment Report, WGIII, dell’International Panel on Climate Change, “Mitigation of Climate Change” pubblicato ieri, 4 aprile.
C’è dunque uno spiraglio per centrare l’obiettivo di mantenere l’incremento della temperatura media terrestre entro 1,5 gradi centigradi entro fine secolo, con un overshoot temporaneo. Bisogna però incrementare il ritmo della mitigazione: picco delle emissioni entro il 2025, taglio delle emissioni del 43% entro il 2030, emissioni net-zero di CO₂ entro il 2050, taglio degli altri gas serra, a partire dal metano (di almeno un terzo). Se questa tabella di marcia non verrà rispettata, l’incremento di 2°C è pressoché scontato, e l’impatto sugli ecosistemi e sui sistemi economici e sociali sarà drammatico. Il principale alleato è l’innovazione tecnologica, che sta determinando a una significativa riduzione dei costi delle tecnologie low carbon, in primo luogo le rinnovabili; anche trasporti ed edilizia sono destinati a offrire un contributo significativo già nei prossimi anni.
I flussi finanziari verso queste tecnologie e le relative applicazioni stanno crescendo significativamente, ma dovranno moltiplicarsi in misura ancor più significativa. E qui entra in gioco la capacità dei policy makers di definire politiche chiare e di costruire contesti legislativi e regolatori favorevoli alla transizione.
“Quello di oggi – sostiene Stefano Pareglio, Independent Senior Advisor di Deloitte – è un richiamo molto forte, ma con una vena di speranza, da cui nessuno può sentirsi escluso: istituzioni, governi, autorità di regolazione, imprese, organizzazioni non governative, cittadini. L’entità del cambiamento negli stili di vita, di produzione, di consumo è evidente, e il tempo per realizzarlo è assai poco, se vogliamo davvero evitare danni ecologici irreversibili e costi economici e sociali assai più rilevanti di quelli che dovremo comunque affrontare per ridurre le emissioni e adattarci al clima che cambia. Tecnologia e finanza sono leve decisive per sostenere questo cambiamento, che rappresenta una straordinaria occasione di crescita economica e di sviluppo per nuove industrie, nuovi stili di vita, nuove aree del pianeta”.
“Le imprese italiane ed europee sono consapevoli della necessità del cambiamento. – commenta Franco Amelio, Team Leader Sustainability di Deloitte – Da anni, hanno avviato azioni di decarbonizzazione, ma il Rapporto di IPCC le richiama a fare di più e più in fretta. Alle aziende è richiesta visione, competenza tecnica, capacità organizzativa, rigore procedurale e velocità di esecuzione. La tecnologia abiliterà questi cambiamenti e la finanza li sosterrà, perché più remunerativi e meno rischiosi. Sono molti i temi da affrontare in azienda per intraprendere la strada della decarbonizzazione: dalle competenze del board, alle metriche e ai target, dalla strategia alla capital allocation”.
Anche il network globale Deloitte intende essere parte attiva di questo percorso. Lo ha fatto dotandosi di una strategia ambientale globale, “WorldClimate”, rivolta sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione. Con WorldClimate, Deloitte intende raggiungere l’obiettivo “Net-zero” entro il 2030, minimizzando le emissioni di gas serra e compensando le emissioni non eliminate. Ciò nell’ambito dall’iniziativa Science Based Targets (SBTi), in coerenza con l’ambizione richiesta per mantenere l’incremento della temperatura terrestre entro 1,5 °C. Da segnalare che le società operative del network di Deloitte Italia hanno intrapreso il percorso di trasformazione in Società Benefit, con l’impegno di perseguire finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti delle persone, del territorio e dell’ambiente.