ROMA – Secondo i dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica appena pubblicati, il prezzo della benzina in modalità self service sale a 1,688 euro al litro mentre il gasolio scende a 1,859 euro al litro.
“Prime avvisaglie di aumenti. Dopo i cali delle ultime due settimane, arriva, infatti, anche se per il momento solo per la benzina, il primo effetto del taglio della produzione di 2 milioni di barili di petrolio al giorno dei Paesi Opec+ scattato dal 1° novembre. Il rischio concreto è che novembre diventi un mese nero per gli automobilisti e che la proroga fino alla fine dell’anno del taglio delle accise di 25 cent, in scadenza il 18 novembre, diventi insufficiente. Per questo chiediamo al Governo di monitorare l’andamento dei prezzi ed eventualmente alzare l’importo della riduzione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Da quando è iniziata la guerra, nonostante l’intervento del Governo Draghi pari a 30,5 cent, un litro di benzina costa ora appena 16 cent in meno, con una flessione dell’8,8%, pari a un risparmio di 8 euro e 11 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio resta addirittura a livelli superiori a quelli pre-conflitto del 21 febbraio 2022, quasi +14 cent al litro, +7,9%, pari a 6 euro e 81 cent a rifornimento” prosegue Dona.
“Rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è scesa di un flebile 1,9%, pari a 1 euro e 59 cent per un pieno, il gasolio invece è ancora maggiore del 17,2%, oltre 27 cent al litro, 13 euro e 66 cent a rifornimento. Il nuovo Governo e il nuovo Parlamento devono intervenire, come da noi proposto da anni, dando una definizione di prezzo anomalo, altrimenti non si riuscirà a bloccare questa speculazione” conclude Dona.