(PRIMAPRESS) – ROMA – La presidente del Senato, Maria Alberta Casellati, ha convocato, per oggi lunedì 12 agosto (ore 16), la conferenza dei capigruppo che dovranno esprimersi sulla situazione di crisi apertasi con la lettera di sfiducia della Lega al premier Giuseppe Conte. L’Aula del Senato sarà chiamata a dibattere ma non senza che i senatori abbiano ascoltato le parole del premier prima di procedere a qualsiasi voto.La Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama è, tuttavia, sovrana sulle decisioni che riguardano i lavori dell’Aula. Oggi, dunque, saranno decisivi gli equilibri numerici in aula. La capigruppo, infatti, può decidere a maggioranza e, nel caso si registri uno stallo, sarà l’Aula a sciogliere ogni nodo. Il regolamento del Senato dispone infatti (articolo 55) che “il calendario, se adottato all’unanimità, ha carattere definitivo e viene comunicato all’Assemblea. In caso contrario, possono essere avanzate proposte di modifica da parte di un senatore per Gruppo. Sulle proposte di modifica decide l’Assemblea con votazione per alzata di mano”.La politica, però, non smette mai di riservare sorprese e al di là dei tecnicismi, sono da considerare anche gli aspetti politici. E non è affatto impossibile che alla fine l’Aula di palazzo Madama non voti la mozione di sfiducia a Conte presentata dalla Lega, bensì sia chiamata a votare una risoluzione, ad esempio dei 5 stelle, in cui si chiede a Conte di proseguire il mandato. Certo, in quel caso entrerebbero in gioco i numeri e gli eventuali precedenti accordi intercorsi tra le diverse forze politiche. E potrebbero essere maggioranze ‘alternative’ e trasversali a decidere se scrivere la parola fine sull’esecutivo o se, al contrario, consentirgli ad esempio di proseguire.Tutto questo si vedrà nelle prossime ore ma un fatto è già certo, il tutto e subito al voto di Salvini non potrà avverarsi se non nei tempi legittimamente previsti e irrimediabilmente a ridosso di importanti scadenze istituzionali.
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