(PRIMAPRESS) – PALERMO – Il Gip di Palermo, Guglielmo Nicastro, ha disposto questa mattina l’arresto di Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Fi ed il figlio Francesco. Entrambi sono accusati di corruzione, auto-riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo gli inquirenti sarebbero soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, che sempre secondo la tesi dei magistrati sarebbe tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. L’arresto è stato eseguito dalla Dda di Palermo. La vicenda delle indagini che hanno portato all’arresto degli Arata, aveva preso avvio da intercettazioni per un giro di mazzette alla Regione siciliana che vedeva Nicastri protagonista di affari illeciti nel settore dell’eolico, anche dal carcere dove è attualmente detenuto e dove gli è stata notificata la nuova accusa.Ai domiciliari è finito invece l’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione. Una tranche dell’inchiesta nei mesi scorsi finì a Roma perché alcune intercettazioni avrebbero svelato il pagamento di una mazzetta, da parte di Arata, all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri. In cambio del denaro Siri avrebbe presentato un emendamento al Def, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al mini-eolico, settore in cui l’ex consulente del Carroccio aveva investito. A Palermo invece è rimasta l’indagine sul giro di corruzione alla Regione siciliana che oggi ha condotto all’arresto degli Arata e dei Nicastri. Tutti al centro, secondo i pm di Palermo, di un giro di tangenti che avrebbero favorito Nicastri e il suo socio occulto nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano. – (PRIMAPRESS)