Il lavoro ibrido è la nuova normalità e le aziende devono ripensare il proprio rapporto con i dipendenti, mettendoli al centro della propria strategia aziendale attraverso nuovi spazi digitali collaborativi e sicuri: i Digital Workplace.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, sul territorio nazionale sono 4,38 milioni i lavoratori che operano in parte da remoto nella fase post emergenziale. In 9 grandi aziende su 10 e in 6 pubbliche amministrazioni (PA) su 10 il lavoro agile che coniuga giorni in ufficio e giorni da remoto è la nuova prassi. Sono dati impressionanti che segnalano, senza lasciare la minima ombra di dubbio, che i modelli di organizzazione del lavoro stanno cambiando. La pandemia è stata l’acceleratore di un processo che, nel periodo precedente al 2020, stava già lentamente prendendo piede.
Oggi, grazie alla digitalizzazione, i lavoratori hanno più possibilità di scegliere le modalità e il luogo di lavoro, senza compromettere l’efficienza e la produttività. Sempre secondo i dati condivisi dall’Osservatorio del PoliMi, infatti, il 59% delle grandi imprese e il 30% delle PA evidenziano una crescita decisa della produttività, oltre a un generale miglioramento del work-life balance. Secondo un report di Aruba, il 73% dei lavoratori ritiene che, grazie agli investimenti in digitalizzazione che abilitano il lavoro da remoto, la propria produttività sia aumentata e il 75% elogia la cultura aziendale.
In questo contesto in continua trasformazione, è necessario per le aziende sviluppare un nuovo modello di relazione con i propri professionisti, mettendoli al centro della strategia aziendale attraverso la cultura Employee-Centric. Questa pone maggior attenzione alle esigenze dei dipendenti e utilizza gli strumenti tecnologici più appropriati per canalizzarle.
E se, per le organizzazioni, l’obiettivo è quello di promuovere una cultura incentrata sull’empowerment dei dipendenti, l’elemento chiave dell’intera strategia Employee-Centric è il Digital Workplace, una piattaforma che facilita la cooperazione e la comunicazione, connettendo i talenti, costruendo conversazioni e creando un senso di appartenenza, indipendentemente dalle condizioni scelte per lavorare.
Al fine di rendere il Digital Workplace uno spazio ottimizzato, sicuro ed efficiente dove lavorare, è importante affidarsi a sette acceleratori tecnologici: (i) sistemi di comunicazione, luoghi come la intranet devono diventare spazi nei quali si sviluppa comunicazione bidirezionale tra dipendenti e azienda, canali aperti e partecipativi caratterizzati da elementi interattivi o strategie di gamification; (ii) Knowledge Systems, al fine di favorire il networking interno e l’accesso al know-how aziendale; (iii) gestione documentale, per una maggiore accessibilità delle informazioni; (iv) Service Management Tool, per fornire ai dipendenti un unico punto di accesso a servizi e applicazioni, personalizzabile in base alle diverse esigenze; (v) modello di onboarding, un primo passo fondamentale per creare un senso di coinvolgimento con il nuovo dipendente; (vi) gestione del posto di lavoro, per semplificare la vita lavorativa del dipendente; (vii) sicurezza del lavoro, poiché la maggior parte delle minacce alla sicurezza aziendale penetra attraverso le singole postazioni di lavoro è molto importante proteggerle da attacchi esterni o vulnerabilità.
Attraverso l’implementazione di questi acceleratori si dà vita a un Digital Workplace ottimizzato, un ambiente di lavoro digitale che migliora il coinvolgimento e garantisce un impatto diretto sugli indici tangibili e intangibili relativi alle prestazioni dei dipendenti, più competitivi, motivati, soddisfatti e produttivi che mai.
Moreno Benedetti, Digital Workplace expert di Minsait in Italia