BERGAMO – L’emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova l’intero territorio nazionale. La Regione Lombardia ha visto il picco più alto di contagi e la provincia di Bergamo è quella che sta registrando le statistiche più preoccupanti. E proprio alla città orobica Duracell, il marchio leader di batterie, vuole regalare la sua carica con “RicarichiAMO CHI È IN PRIMA LINEA”: una donazione iniziale di 50.000 di euro e una raccolta fondi che serviranno ad alimentare la campagna avviata da Cesvi in favore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dell’Ospedale da campo degli Alpini di Bergamo e a tutela delle persone anziane e più fragili che vivono nelle zone più colpite dall’epidemia. Contribuire è semplice: andando sul sito https://www.cesvi.org/duracell-per-cesvi/, Duracell farà una donazione extra di 2 euro al Cesvi per ogni acquisto di batterie sui siti online di Amazon e di Esselunga. Sempre dallo stesso sito sarà, inoltre, possibile fare una donazione diretta a Cesvi.
Un aiuto concreto a chi è in prima linea per fronteggiare l’emergenza del coronavirus e a chi la deve combattere in trincea, chiuso nella propria casa. I fondi raccolti saranno infatti destinati a rafforzare i reparti di terapia intensiva dell’ospedale bergamasco e dell’ospedale da campo tramite l’acquisto di materiali indispensabili come mascherine, camici, ventilatori e altri dispositivi respiratori.
Ma non solo: per aiutare gli anziani e le fasce più vulnerabili della popolazione, Cesvi ha messo in campo servizi socio-assistenziali per fornire aiuto nella consegna di pasti, della spesa, nella distribuzione di mascherine e medicinali a domicilio, ma anche forme di assistenza ai soggetti più fragili per prevenire fenomeni di isolamento e solitudine, che in queste settimane sono diventati molto più frequenti. Un aiuto, questo, che Cesvi estende dalla Bergamasca fino al Municipio VI di Milano, con l’obiettivo di servire quasi 3.000 persone (1.500 tra Bergamo, Gorle e Orio al Serio, e 1.250 a Milano). Ma è un numero che può crescere ed espandersi anche ad altre province in cui Cesvi è presente, se si raccolgono i fondi necessari.
«Cesvi è un’organizzazione umanitaria nata a Bergamo 35 fa. Oggi più che mai ci sentiamo alleati di questo territorio e da subito ci siamo messi dalla parte di chi lotta quotidianamente contro l’emergenza: i reparti di terapia intensiva, messi a durissima prova in queste settimane, necessitano di un sostegno importante per continuare a lavorare. E in un periodo di totale isolamento non bisogna dimenticarsi delle persone più esposte al contagio e di quelle più fragili, che rischiano di restare sole e abbandonate a se stesse: per questo abbiamo voluto dedicare anche a loro i nostri sforzi – sottolinea Roberto Vignola, Vice Direttore Generale di Cesvi. Siamo felici di poter offrire il nostro contributo alla città in cui siamo nati, la nostra Bergamo che non molla mai, ma che si trova in un momento di gravissima difficoltà, e vorremmo poter fare ancora di più. Per questo, ringraziamo Duracell per poter contare sulla sua “carica” e su quella di tutti coloro che riusciremo a coinvolgere. L’unione fa la forza: più fondi riusciremo a raccogliere, più persone potremo aiutare».
«In questo periodo di grande emergenza tutti, individui come aziende, si stanno impegnando per dare il loro contributo. Duracell supporta Cesvi, una realtà che conosce da tempo e che sta svolgendo un lavoro fondamentale in una delle regioni più colpite d’Italia: la Lombardia. Per questo siamo orgogliosi di sostenere le iniziative promosse da questa organizzazione per aiutare concretamente chi ha più bisogno: l’ospedale Papa Giovanni XXIII, l’ospedale da campo degli Alpini di Bergamo e tutte quelle persone, anziani in primis, che risentono più degli altri della situazione e che speriamo, con il nostro contributo e con quello di chi si vorrà unire a noi, di far sentire meno sole – dichiara Carmela Izzo, General Manager Duracell Southern Europe. Grazie a quanti lavorano in prima linea per il bene di tutti, grazie a Cesvi e ai suoi volontari che li sostengono e che non si dimenticano delle persone più fragili, e grazie a tutti gli italiani che con noi vorranno donare un po’ della loro “carica” affinché il nostro paese possa riaccendersi più forte di prima».