MILANO – Se il settore finanziario è tradizionalmente considerato più restio ad adottare iniziative di lavoro a distanza, in questo periodo senza precedenti si è dimostrato all’altezza della situazione, rivoluzionando la collaborazione tra i dipendenti e le proprie modalità di lavoro.
Mentre alcuni ambiti del settore, come il fintech digital-first, erano già avvezzi al telelavoro su larga scala, alcuni segmenti dei servizi finanziari più conservatori, come le assicurazioni, hanno subito una vera e propria ristrutturazione e, con la fine del lockdown e il rilancio dell’economia, i responsabili delle aziende finanziarie stanno facendo un bilancio delle lezioni apprese per rimodellare il futuro mondo della finanza.
I giusti strumenti
In risposta alla crescente dipendenza da videoconferenze e altri servizi basati sul cloud per la collaborazione, tra le aziende del settore finanziario si è registrato un aumento della domanda di dispositivi portatili e notebook. Una recente ricerca della società di analisi IDC ha rilevato un’impennata di quasi un terzo della domanda di computer portatili e laptop in tutta Europa nel primo trimestre 2020.
Per dynabook, investendo in nuovi dispositivi portatili, le aziende che offrono servizi finanziari devono tenere conto di alcuni fattori di collaborazione decisivi: la capacità di storage, la velocità e la potenza del processore principale, la RAM e gli aggiornamenti del sistema operativo, in particolare, influenzano l’efficienza del remote working.
Un’altra importante considerazione è la connettività, per evitare di incorrere in costosi tempi di inattività che risultino in conseguenze negative sia sui profitti che sulla reputazione delle aziende finanziarie. Dotare i dipendenti di dispositivi equipaggiati con rete WiFi, funzionalità Bluetooth e connessioni periferiche come le porte HDMI e USB è indispensabile. Inoltre, una fotocamera affidabile, un audio di qualità e ventole poco rumorose non sono mai stati così importanti, considerata la quantità di videochiamate quotidiane.
Superare le sfide della collaborazione
Ma è la sicurezza il vero nodo cruciale per le aziende del settore finanziario che si avvicinano al lavoro da remoto. In un ambiente altamente regolamentato come la finanza e considerando l’alto valore dei dati che vengono gestiti e scambiati, i criminali informatici trovano nel settore una vera miniera d’oro: banche e aziende finanziarie si trovano quindi a dover respingere attacchi di phishing, app fake, trojan e ransomware, che hanno registrato un picco del 38% nei mesi della quarantena, tra febbraio e marzo.
Solo con dispositivi dotati di misure di autenticazione biometrica – riconoscimento facciale o delle impronte digitali – e di capacità di memorizzazione delle credenziali basate su hardware, è possibile offrire ai dipendenti una prima difesa dagli attacchi e dagli accessi indesiderati per lavorare in tutta tranquillità anche da remoto. Anche le soluzioni zero client, che garantiscono che i dispositivi non conservino informazioni sensibili quando non vengono utilizzati, memorizzandole invece su cloud, garantiscono un livello aggiuntivo di protezione ai professionisti mobile.
“Secondo un recente sondaggio di Gartner, il 48% dei dipendenti continuerà almeno parzialmente a lavorare a distanza anche nei prossimi mesi, rispetto al 30% prima della pandemia”, ha commentato Massimo Arioli, Business Unit Director Italy, Dynabook Europe GmbH. “Il cambiamento nelle pratiche di lavoro è stato un test che le aziende finanziarie hanno superato con successo. Anche se la ‘nuova normalità’ è forse un po’ incerta, ha portato molte aziende a ripensare le loro strategie di business a lungo termine per garantire che la collaborazione resti al centro delle loro attività”.