MILANO – L’European Cybersecurity Month è giunto al suo decimo anniversario e, anche quest’anno, nel corso di ottobre, numerose iniziative approfondiranno le diverse sfaccettature della sicurezza informatica, che ha assunto una sempre maggiore importanza in ambito business con l’affermazione di un modello di lavoro ibrido.
La nuova ricerca condotta da Dynabook “Guida per rendere l’hybrid working definitivo nelle PMI” dimostra però che c’è ancora molta strada da fare. La maggior parte delle piccole e medie imprese (PMI) italiane è ancora in fase di transizione, con il 78% che deve ancora ottimizzare completamente le proprie soluzioni IT per il lavoro ibrido e il 33% che prevede un aumento del proprio budget IT.
“Le nuove esigenze hanno fatto sì che le PMI si trovassero ad affrontare sfide IT più complesse che mai in termini di affidabilità, sicurezza e produttività”, ha dichiarato Massimo Arioli, Business Unit Director Italy di Dynabook Europe GmbH. “Uno dei maggiori svantaggi del passaggio al lavoro ibrido è stato il rapido aumento dei cyber attacchi. L’insufficiente sicurezza della rete e dei dispositivi è stato una conseguenza prevedibile della disperata corsa per rimanere operativi durante i primi periodi di lockdown, quando l’unica priorità era portare avanti le attività”.
Non sorprende quindi che l’infrastruttura di cybersecurity (41%), le soluzioni basate sul cloud (35%) e l’assistenza IT da remoto (25%) siano attualmente considerate tra le principali priorità di investimento IT in Italia, nel tentativo delle PMI di ristabilire l’equilibrio. Inoltre, dalla ricerca Dynabook emerge che il 47% delle piccole-medie imprese ha considerato la sicurezza come l’aspetto IT più impegnativo da gestire durante la pandemia. Percentuale che si divide tra sicurezza della rete (22%) e dei dispositivi (25%), evidenziando la necessità che sia alla base di ogni componente dell’infrastruttura IT, dal core della rete fino all’hardware nelle mani dei dipendenti.
Dalla ricerca emerge anche il grande valore attribuito ai dispositivi mobile, in particolare ai notebook, che secondo il 47% sono in grado di aumentare la produttività e la collaborazione dei dipendenti, garantendo al contempo sicurezza e affidabilità. Il 71% dei responsabili IT delle PMI ritiene che le decisioni di acquisto dei computer portatili siano più importanti oggi rispetto a prima della pandemia, dato che non sorprende visto il ruolo sempre più centrale dell’hardware all’interno dell’ecosistema di lavoro ibrido. Il 91% delle PMI italiane considera necessarrio un aggiornamento completo o parziale dei propri dispositivi per essere competitivi nel mondo ibrido di oggi.
“Leggerezza e robustezza, opzioni di connettività, strumenti di sicurezza integrati e i più recenti processori Intel® Core™ di 12a generazione sono caratteristiche fondamentali per consentire ai dipendenti di lavorare nelle migliori condizioni, indipendentemente dal luogo in cui si trovano”, ha concluso Arioli. “Grazie a un hardware affidabile all’interno di una rete che dà priorità alla sicurezza e alla collaborazione, i responsabili IT delle PMI possono fornire alla propria azienda e ai propri dipendenti gli strumenti necessari per affrontare il mondo ibrido di oggi”.