SAN FRANCISCO, Usa – Nella città di San Francisco, in California, è nata la prima coltivazione di piante robotica completamente automatizzata. Questo progetto nasce dalla start up americana Iron Ox fondata del giovane Brandon Alexander, e il suo socio, Jon Binney, specializzati in robotica e intelligenza artificiale.
La struttura è nel cuore della Bay Area, pochi chilometri a nord di Palo Alto e Mountain View, composta da un solo capannone bianco di 800 metri quadri in cui agricoltori-robot producono lattuga in maniera del tutto automatizzata: all’interno infatti si vedono solo braccia meccaniche con due occhi-telecamera e una base che consente lo spostamento lungo corridoi simmetrici. Questi robot sono guidati da “The Brain”, un cervello centrale che serve a coordinare i robot stessi: decide quanto annaffiare, quando raccogliere, come e dove piantare i prodotti coltivati controllandone la posizione e i movimenti, monitora i livelli di azoto e la temperatura: in sintesi gestisce in modo quasi automatico tutto il processo produttivo anche se per alcune cose l’intervento di persone in carne e ossa è ancora necessario ma l’obiettivo è di arrivare all’automazione totale entro breve termine.
In sostanza non c’è terra, non ci sono odori e tutto segue un processo scientifico ordinato.
Sfruttando la coltura idroponica e la robotizzazione, l’azienda riesce a produrre circa 26.000 pezzi di verdure a foglia verde l’anno; per produrre la stessa quantità di coltura in modo tradizionale sarebbe necessario uno spazio otto volte maggiore. Il raccolto finora veniva donato a un banco alimentare e in parte veniva mangiato nella mensa dell’azienda, ma alcuni ristoranti dell’area metropolitana di San Francisco hanno iniziato a servire la lattuga di Iron Ox.
Gli altri vantaggi descritti dalla start up utilizzando questo tipo di coltura idroponica sono: minor consumo di suolo (più produzione in meno spazio); possibilità di avvicinarsi alle città e quindi di ridurre i costi di trasporto in quanto producono 30 volte di più di una coltivazione tradizionale in pieno campo sulla stessa superficie risparmiando il 90% dell’acqua e quote importanti di prodotti chimici; inoltre la qualità del prodotto è superiore.
Questo tipo di coltivazione si può realizzare molto vicino o anche dentro alle città: così facendo si realizza il sogno del “chilometro zero”, riducendo i costi di trasporto sia economici che ambientali e diventa possibile portare nei negozi prodotti più freschi e di maggiore qualità.
Binney sostiene che grazie alla tecnologia vendiamo piante perfette e che in futuro avremo il più grande dataset di piante e un algoritmo molto accurato per identificare le malattie.
Con questo progetto si è dimostrato come la robotica applicata all’agricoltura possa rivoluzionare uno dei mestieri più antichi del genere umano e portare grossi benefici all’ambiente; inoltre con il costante sviluppo della tecnologia, si potranno costruire vere e proprie fattorie automatizzate in cui saranno i robot a gestire l’allevamento di animali e la coltivazione di verdura, ortaggi e frutta automatizzando completamente il settore agricolo sempre più carente di forza lavoro.