NAPOLI – Domani, mercoledì 18 novembre, alle ore 15.30, in diretta streaming sulla piattaforma ZOOM, si terrà la presentazione della lettera Samaritanus Bonus della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, organizzata dalla sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (PFTIM), dalla Università telematica Giustino Fortunato, dalla Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) San Giuseppe Moscati di Benevento.
I lavori prenderanno il via con i saluti delle autorità accademiche, tra cui Francesco Asti, decano della PFTIM San Tommaso d’Aquino, Giuseppe Acocella, magnifico rettore della Giustino Fortunato, Giuseppe Battimelli, vicepresidente nazionale dell’associazione medici cattolici italiani (AMCI), Monsignor Antonello Foderaro, moderatore del dipartimento di diritto canonico della PFTIM, e Leonardo Lepore, direttore dell’ISSR Moscati. Subito dopo, avranno luogo le introduzioni di Paolo Palumbo e Raffaele Santoro, docenti di diritto ecclesiastico e canonico, alle quali seguiranno gli interventi di Antonio Fuccillo, ordinario di diritto ecclesiastico interculturale, Fermín G. González Melado, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e docente di bioetica a Salamanca (Spagna), Carmine Matarazzo, direttore dell’Istituto di scienze pastorali nonché membro Cirb, e Lucio Romano, docente di bioetica clinica e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, questi ultimi curatori del volume Parlare di morte per ragionare di vita. Una ricerca multidisciplinare (ed. Cantagalli, Siena).
«Questo evento – ha commentato il professor Matarazzo – è l’ennesimo esempio di impegno di ricerca e di divulgazione scientifica della sezione San Tommaso d’Aquino a favore di un fruttuoso dialogo tra istanze e prerogative diverse e variegate in particolare in ambito bioetico».
«Credo che oggi più che mai – ha dichiarato Monsignor Foderaro – ci sia il bisogno di fermarsi a riflettere non solo sul valore della vita nascente, ma anche sul tema del fine vita. Sentiamo forte in questo tempo la necessità di ribadire il tema dell’obiezione di coscienza e della libertà di praticarla davanti ad alcuni obblighi legislativi posti in essere dagli stati».
«In questo tempo di pandemia – ha concluso il Decano della PFTIM, Don Francesco Asti – si palesa ancor di più in tutta la sua gravità ed urgenza la necessità di riportare i temi bioetici al centro del dibattito pubblico, trattandoli con quella competenza e quel rigore scientifico che solo gli enti accademici possono garantire e usufruendo al contempo dell’ampia diffusione consentita dai social media e da tutti gli strumenti telematici».