NAPOLI – La pandemia non ha soltanto costi umani elevatissimi: segna anche il passaggio a un nuovo modello di industrializzazione. La desertificazione industriale degli ultimi decenni e la crisi sanitaria del 2020 ci spingono a ideare altri progetti di sviluppo per il nostro futuro. Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli promuovono, per il ciclo Tempi moderni 2030 dedicato alla deindustrializzazione e a nuovi indirizzi di sviluppo, il secondo incontro dal titolo Napoli Universale, giovedì 19 novembre alle 17.30.
Dopo la crescita industriale del dopoguerra, negli anni Ottanta, la metropoli del sud ha pagato un prezzo altissimo alla dismissione e all’abbandono di grandi fabbriche come l’Italsider di Bagnoli. La fine dei grandi investimenti statali ha frammentato e indebolito l’industria napoletana. Da dove ripartire? Quali sono gli effetti della deindustrializzazione sul primo centro manifatturiero del Mezzogiorno? Queste le domande a cui risponderanno gli esperti – Vezio de Lucia, urbanista; Stefan Berger, Direttore dell’Istituto per i movimenti sociali dell’Università della Ruhr; Valeria Fascione, Assessora all’Internazionalizzazione e Innovazione della Regione Campania; Cesare Moreno, Presidente Associazione Maestri di Strada; Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca
L’incontro includerà un percorso iconografico strutturato intorno alla storia dell’industrializzazione campana, con particolare attenzione alle promesse tradite dei primi anni Ottanta, ad opera della fotografa Raffaela Mariniello, autrice di Bagnoli, una fabbrica. Modera Stefania Pinna, giornalista di Sky Tg24. L’incontro è in collaborazione con Fondazione Foqus.