NAPOLI – Sono gli ultimi giorni per ammirare alle Gallerie d’Italia a Napoli l’esposizione conclusiva della XIX edizione di Restituzioni, il programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura.
La mostra, aperta fino a domenica 25 settembre 2022, presenta il risultato dei restauri di 87 nuclei di opere per un totale di 231 manufatti, selezionati dall’Istituto bancario insieme a 54 enti di tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) e appartenenti a 80 enti proprietari, tra musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto, siti archeologici. La curatela scientifica è di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e, da questa edizione, Carla Di Francesco.
Una iniziativa volta alla salvaguardia del patrimonio nazionale che ha coinvolto in questa edizione 74 qualificati laboratori di restauro e decine di conservation scientist impegnati nella diagnostica, in tutta Italia, oltre all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino.
Le opere selezionate testimoniano la ricchezza dei grandi musei italiani e delle maggiori città d’arte, ma anche l’importanza identitaria per il territorio italiano che si esprime nei centri minori e nei borghi, disegnando una panoramica fedele all’idea di museo diffuso che connota la nostra penisola.
Questa edizione di Restituzioni ha coinvolto per la prima volta tutte le regioni italiane e si è estesa anche a una realtà europea, la Francia, con un capolavoro di Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi, e all’oltreoceano, con un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che, nel 2018, ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.
La XIX edizione di Restituzioni copre un arco cronologico di 26 secoli, spaziando dall’antichità al contemporaneo, fornendo così un ampio panorama del patrimonio artistico italiano. Tra le opere oggetto di restauro, un gruppo di specchi bronzei di VI-V secolo dal Museo Archeologico Nazionale di Locri; il Larario in legno carbonizzato da Ercolano; i tre mosaici pavimentali paleocristiani dalle grandi terme di Aquileia; lo spettacolare Polittico di Giusto de’ Menabuoi dal Battistero di Padova; le grandi ante-reliquiario in argento, degli anni settanta del XV secolo, dal Museo Diocesano di Andria; il San Girolamo penitente e la Visita dei tre angeli ad Abramo di Antonello da Messina dalla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria; il Trittico di San Lorenzo di Giovanni Bellini e bottega, 1461-62 circa, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia; il capolavoro di Giovanni Bellini, La Trasfigurazione, dal Museo di Capodimonte, da cui giunge anche la Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Elisabetta di Agnolo Bronzino; il Polittico di Sant’Anna di Capodistriadi Cima da Conegliano, del 1513, dal Museo di Palazzo Ducale di Mantova; il cartone preparatorio di Giulio Romano, La battaglia di Costantino contro Massenzio al Ponte Milvio, 1521, dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano; gli Arazzi con episodi della guerra di Troia (o effetti dell’Ira, o della Collera) dal Museo dell’Università di Bologna; la meravigliosa Pala detta di San Domenico di Romanino dalla Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia; il baldacchino con la Vergine e il Bambino da Predazzo; le Croci processionali dal Museo dell’arte Sacra della Marsica a Celano; i dipinti trafugati di Santa Cecilia e Santa Apollonia, letteralmente ritornati all’antico splendore dopo un’avventura rocambolesca, da Tolve; Il Sole di Pellizza da Volpedo dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; il dipinto ‘Dinamismo di un corpo umano’ diUmberto Boccioni del 1913, proveniente dal Museo del Novecento di Milano; la maestosa Campana di Luigi Mainolfidel 1978-1979 dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Nella grande varietà non mancano oggetti particolari come i codici cartaceo-membranacei del XV secolo della Divina Commedia dalla Biblioteca dell’Università di Bologna; il Messale del vescovo François de Prez, un manoscritto del 1464-1470 ca proveniente dalla Cattedrale di Aosta; il velo funebre del Cardinale Branda Castiglioni dal Museo della Collegiata di Castiglione Olona; la Camicia Talismanica in lino di fattura ottomana del XVII secolo dal Museo delle Civiltà di Roma; il mantello indossato da Napoleone per l’incoronazione a Re d’Italia, avvenuta nel Duomo di Milano nel 1805, insieme alla corona, al bastone del comando, allo scettro e alla mano di giustizia, tutti provenienti dalla Pinacoteca di Brera di Milano. Il Presepio storico della parrocchiale di Santa Caterina di Cardè dal Palazzo dei Vescovi di Saluzzo si affiancherà al Presepe di Francesco Londonio del Museo Diocesano di Milano.
Tra le opere restaurate, non in mostra per motivi conservativi, l’affascinante Kouros di Rhegion, 500-490 a.C., del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e Il Crocifisso e dolenti, della chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, visibile nella sua sede originaria.
Il catalogo della mostra, con le schede storico-artistiche e le relazioni di restauro di ciascuna opera, è pubblicato on-line in formato PDF e scaricabile gratuitamente dal sito www.restituzioni.com.
Mercoledì 21 settembre in occasione della giornata mondiale del sordo dalle 17.00 alle 18.30 si terrà una visita guidata in LIS su prenotazione.
Giovedì 22 settembre alle 12 una nuova visita flash gratuita, “Ancone preziose”, dedicata a tre polittici conservati in chiese del territorio nazionale, alla scoperta di opere d’arte sacra realizzate per ornare gli altari con varie tecniche, principalmente pittoriche, che offrono l’occasione di indagarne non solo l’iconografia ma anche i problemi conservativi.
Gran finale domenica 25 settembre con una visita flash gratuita alle 12 alla scoperta de “Il Presepe tra Napoli e Genova”. Il restauro del Presepe della chiesa parrocchiale di Santa Caterina di Cardè, composto da trentatré figure, offre la possibilità di una corretta lettura dei manufatti, tra i quali è possibile distinguere sculture di manifattura genovese, napoletana e, in forma marginale, atesina. La presenza di elementi napoletani all’interno di un nucleo in maggior parte costituito da sculture genovesi riflette la diffusione e il pregio delle statuine presepiali partenopee in ambito ligure tra il XVII e il XVIII secolo.
RESTITUZIONI: PICCOLA STORIA DI UN GRANDE PROGRAMMA
Da 33 anni la Banca, con cadenza biennale, collabora con gli Enti ministeriali preposti alla tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) per individuare opere appartenenti a musei pubblici, privati o ecclesiastici, siti archeologici e chiese di tutta Italia, bisognose di restauro e ne sostiene gli interventi. La scelta delle opere segue un unico criterio: ascoltare le esigenze dei territori per valorizzarne l’identità attraverso interventi che privilegino l’effettiva necessità e urgenza del restauro. L’obiettivo è sempre quello di recuperare beni rappresentativi della varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia in termini cronologici sia in termini di materiali e tecniche – pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici, scultura in marmo o pietra, in bronzo, manufatti tessili, oreficeria, etc. – capolavori d’indubbia rilevanza, così come opere che sono vicine a noi e contribuiscono a costruire il vissuto del territorio. Al termine degli interventi di ciascuna edizione, le opere restaurate sono esposte in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove il pubblico può apprezzare il risultato del lavoro dei restauratori.
Dal 1989 ad oggi, sono ormai oltre 2000 le opere “restituite” alla collettività: una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dalle epoche più lontane fino all’età contemporanea, dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche. Sono centinaia i musei, i siti archeologici, le chiese, garanti della destinazione pubblica dei propri tesori, che hanno beneficiato di questo programma, altrettanti i laboratori di restauro qualificati, distribuiti da Nord a Sud, incaricati dei restauri ed altrettanti gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi. Un curriculum a cui si aggiungono gli interventi di restauro realizzati su opere di scala monumentale come, ad esempio, i mosaici pavimentali paleocristiani della Basilica di Aquileia, gli affreschi di Altichiero e Avanzo nella Cappella di San Giacomo nella Basilica del Santo a Padova, gli affreschi di Lanfranco della Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli, gli affreschi trecenteschi di Stefano Fiorentino nella chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle milanese, fino al restauro della Casa del Manzoni, a Milano, vero e proprio monumento “nazionale”. In quest’ambito inoltre, nel 2019, col compiersi dei trent’anni di attività di Restituzioni, sono stati avviati i lavori di restauro della monumentale Cena di san Gregorio Magnodi Paolo Veronese presso la Basilica di Monte Berico a Vicenza, promosso dal Comune di Vicenza e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza, in fase di conclusione nella primavera di quest’anno.
Oltre al progetto Restituzioni per la salvaguardia del patrimonio pubblico, Intesa Sanpaolo esprime il suo impegno in ambito culturale attraverso la valorizzazione a livello nazionale e internazionale del suo cospicuo e prestigioso patrimonio storico, artistico, architettonico e archivistico – in particolare nei musei delle Gallerie d’Italia a Milano, Napoli, Vicenza e nella nuova sede di Torino -, nell’intento di condividerlo con la collettività. Le iniziative in ambito culturale si concretizzano in un piano triennale di interventi denominato Progetto Cultura, che prevede mostre, incontri, attività didattiche e formative oltre ad attività sinergiche con importanti istituzioni culturali nazionali e internazionali.