Gianni De Feo
(PRIMAPRESS) – ROMA – Un’accoppiata artistica decisamente vincente quella composta dall’autore Roberto Russo e dall’attore, cantante e regista Gianni De Feo. Una combinazione fatta di grandi testi e trascinanti interpretazioni che, ancora una volta, dopo i successi a Napoli, si riformula a Roma al Teatro “Lo Spazio” con ”La fine del mondo – Concerto per Charles Aznavour”. Uno spettacolo scritto dall’apprezzato commediografo Russo con musiche dal vivo, che da martedì 28 gennaio e fino a domenica 2 febbraio, nello spazio romano di via Locri 42, porterà tra il pubblico una trama drammaturgica capace di confermare un’unione che da subito si e messa in luce nel segno di un teatro fatto di riflessione, piacere e innovazione. “Ancora una volta – ha detto l’attore e regista De Feo, protagonista del lavoro – il mio sodalizio artistico con l’autore partenopeo Roberto Russo e le canzoni di Charles Aznavour, tra le più note e le meno conosciute, accompagnate al pianoforte da Giovanni Monti, mi offrono l’opportunità di proporre agli spettatori un mix di musica, canzoni e testo al servizio di un’unica atmosfera che guarda al passato per riconoscersi nel proprio presente”. Per tutti, uno spettacolo passionale e avvincente scaturito dalla fusione di un testo saturo di allegorie e metafore con le più belle canzoni di Aznavour, tra la lingua italiana e quella francese come “Après l’Amour”, “Ieri sì”, “Il faut savoir”, “Lei”, “Quel che si dice”, “Trousse Chemise”, “E io tra di voi”, “L’amour c’est comme un jour”, “La Bohème”, “Reste”. Canzoni cantate dal vivo, come in uno sdoppiamento del personaggio in uno spazio notturno, onirico, mentale e le note del pianoforte che accompagnano il canto pronte ad emergere simbolicamente dai fumi di una vecchia Parigi, ancora fluttuante sulle strade del mondo. Presentato dalla Florian Metateatro, con le scene e i costumi di Roberto Rinaldi, lo spettacolo con la direzione musicale di Monti e la regia de De Feo, si articola su due piani emotivi: da un lato il racconto di Monsieur Equilibre, un personaggio tanto assurdo quanto reale che vive tutti i disagi di una contemporaneità nevrotica, distratta e indifferente e dall’altro lato, invece, il mondo musicale di un grande artista internazionale come Aznavour che con la sua musica e la sua poesia ha scavato negli anfratti più nascosti dell’animo umano. “La Fine del Mondo- si legge nelle note dell’autore Russo- è stata annunciata dal telegiornale e la notizia non era nemmeno fra i titoli più importanti. Era dopo lo sport. Prima della sigla. Lo speaker stava quasi per chiudere poi gli hanno passato un foglio: ‘Notizia dell’ultima ora. Fra 7 giorni, alle 13,40, sarà l’ultimo giorno del mondo… Era questa l’ultima notizia, vi auguro buona serata…’ Sigla. Pubblicità. Monsieur Equilibre, stravaccato, come ogni sera sul proprio divano, totem di una vita abitudinaria e senza lampi, è basito. Si aspetterebbe scene di disperazione ed isterismo ma, tutto tace. Il nostro protagonista si rende conto che la vita scorre come al solito. Nessuna manifestazione di panico. Nessuna ressa per accaparrarsi i generi di prima necessità. Lui si sarebbe aspettato messe enormi inginocchiate in tutte le piazze del paese per implorare la salvezza a qualche divinità, invece, niente. Lo stesso traffico, le stesse file, la gente affolla come sempre i centri commerciali, i cinema, i ristoranti… Ecco, la gente… nessuno ne parla. Sembra esserci un tacito e generale accordo. Insomma, pare che questa notizia l’abbia sentita soltanto lui. Per gli altri, tutto è normale. Oppure fanno finta che sia tutto normale. Questo pensa Monsieur Equilibre che, però, ben consapevole di quanto sta per accadere, decide di andare a ritrovare le persone che, nel bene, o nel male, hanno caratterizzato tutta la sua vita. Si tratta di persone che ha tradito oppure che, al contrario, l’hanno tradito. Alle prime vorrebbe chiedere scusa, alle seconde, invece, elargire il proprio perdono ma, con grande sorpresa si rende conto che tutto quanto abbia caratterizzato la sua vita, ‘piange’. Si, ogni cosa che ha avuto un ruolo, un peso nella sua vita, nel momento in cui lui le si avvicina, ‘piange, si consuma e scompare’. Non è pioggia, non è il trasudare di persone o cose, sono vere lacrime. Perchè, scoprirà, tutto piange per lui, per quanto prometteva di essere, di diventare, e non è stato e piange per la sua indifferenza, per la sua vigliaccheria…Ma cosa sta davvero per finire? La Fine del Mondo che Monsieur Equilibre ha sentito annunciare, che ‘fine’ è per davvero…? “La Fine del Mondo” è un’allegoria teatrale sul potere rivoluzionario ed ‘eversivo’ dell’amore”. – (PRIMAPRESS)
Fonte: PrimaPress.it