BARI – Saranno i ‘carri’ di Gts a trasportare su ferrovia la pasta Barilla in tutto il mondo. L’annuncio arriva durante l’incontro “Stakeholders meeting “Gts as is & to be” organizzato dal gruppo a Bari e dedicato alle imprese per promuovere e incoraggiare le nuove opportunità commerciali di un settore in continua espansione nonostante il rallentamento dell’economia. L’azienda barese, operatore europeo del trasporto intermodale delle merci, con l’operazione siglata con Barilla, toglierà dalla strada oltre 4.000 tir che tradotto in termini di sostenibilità ambientale corrispondono a migliaia di tonnellate di CO2 risparmiata, oltre ai noti impatti sulla sicurezza stradale. Questa di Gts è un’iniziativa che fa parte di una strategia più ampia a sostegno della salvaguardia dell’ambiente, causa che l’azienda ha già abbracciato da tempo scegliendo di trasportare le merci privilegiando il trasporto ferroviario e via mare a quello tradizionale stradale. Scelta che ha consentito, nel 2018, di non immettere in atmosfera oltre 101,7 milioni di kg di co2.
Gianluigi Mason, Trasporti Internazionale Gruppo Barilla “Abbiamo apprezzato lo spirito imprenditoriale di GTS, la capacità progettuale e la tangibile competenza in materia intermodale e ferroviaria. Siamo convinti che questo progetto partirà nel migliore dei modi, e ci permetterà di ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività logistiche, in completa coerenza con la nostra mission aziendale”.
“Siamo orgogliosi di come si sta chiudendo questo 2019, nonostante il rallentamento dell’economia a livello globale – spiega il ceo di Gts Alessio Muciaccia – ma ancor più eccitati di come si sta aprendo il 2020. Clienti top brand come Barilla si affideranno a Gts per togliere migliaia di camion dalle strade tra Parma e la Germania con un nuovo treno dedicato. E una primaria compagnia di navigazione ci affiderà da febbraio la trazione di company train dal porto di Genova”. Nuovi contratti che richiedono nuove ‘energie’: “abbiamo in pista nuovi investimenti in materiale rotabile perché la domanda cresce e noi dobbiamo essere pronti a raddoppiare la nostra dimensione nei prossimi cinque anni”. La sfida è legata alla difesa ambientale: “La strada imboccata dalla nostra azienda, cioè essere un player completamente autonomo ed integrato in un mondo complesso come quello dell’intermodalità ferroviaria, sta dando i suoi frutti. Un approccio familiare con un’organizzazione industriale in grado di creare relazioni di qualità che coinvolgono clienti di tutta Europa. La sostenibilità ormai è entrata in modo determinante tra i driver di scelta di tutte le aziende”.
Il gruppo barese, dopo oltre 40 anni di attività (viene fondato dall’attuale presidente, Nicola Muciaccia nel 1977) chiude quindi il 2019 forte di nuove acquisizioni commerciali e un fatturato in forte crescita (+10% sul 2018 a oltre 100 milioni di euro). E prosegue nel suo progetto di quotazione in Piazza Affari, dopo aver ottenuto la Certificazione Elite di Borsa Italiana. Oggi, prima del contratto con Barilla, effettua oltre 120.000 spedizioni intraeuropee su un network di copertura di 11 paesi con 3.800 treni completi e grazie al lavoro di 190 collaboratori. Un’azienda che nasce sulla scia della liberalizzazione del mercato merci: Muciaccia, sfruttando la liberalizzazione del mercato ferroviario, fa nascere la GTS Rail che ad oggi è diventata per percorrenza la quinta impresa ferroviaria privata in Italia. Questo approfittando di un cambio di strategia da parte di Trenitalia che determinò in quel periodo una sforbiciata al settore cargo nel suo complesso di oltre il 50% dei volumi. Forte di un mercato in veloce espansione e fedele all’intuizione originale del padre Nicola, il ceo Alessio Muciaccia ha recentemente annunciato di aver allargato il proprio raggio d’azione anche ai trasporti marittimi e aerei, attraverso la Gts Overseas, “dove grandi professionisti si sono uniti a Gts Logistic per fornire servizi container world wide. Oltre all’impegno ambientale Gts ha cura del suo territorio. Sceglie la Puglia come piattaforma logistica nonostante le difficoltà infrastrutturali e guarda a Taranto come prossimo hub proprio mentre la crisi determinata dall’addio annunciato da ArcelorMittal mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Ma il ‘faro’ resta l’ambiente: l’Unione Europea traccia una strada molto chiara nel Libro Bianco, dando al 2030 un obiettivo del 30% per distanze superiori ai 300km. L’auspicio – spiega Gts – è che il governo italiano mantenga tra le sue priorità “la cura del ferro” con l’obiettivo di aumentare del 50% i treni-Km percorsi nei prossimi 5 anni.